domenica 20 gennaio 2008

Il mistero dei druidi. Il culto della dea madre e la Vergine nera di Chartres

Jean Markale
Il mistero dei druidi. Il culto della dea madre e la Vergine nera di Chartres
Sperling & Kupfer, 2002

Note di Copertina
La cattedrale di Chartres è incontestabilmente uno dei più importanti templi di tutta la cristianità, per l'architettura e la ricchezza artistica degli ornamenti, ma anche per il suo valore simbolico. Soprattutto è un santuario dedicato alla Vergine addirittura da prima dell'introduzione del cristianesimo in Gallia. Partendo da una dettagliata presentazione di questo monumentale capolavoro, Jean Markale si avventura in una serie di incalzanti quesiti che collegano il celebre edificio all'enigma dei druidi. Chi è infatti la misteriosa 'Virgo Paritura' che questi avrebbero venerato - nell'area corrispondente all'attuale cripta - in una grotta o all'aria aperta? Non è forse Notre-Dame de Sous-Terre, immagine della madre universale e della dea delle origini, colei che genera il mondo e alla quale si rivolge da sempre l'umanità intera, e che infine i cristiani hanno identificato con l'Immacolata Concezione? La cattedrale, luogo principe della devozione mariana, come anche il labirinto della città vecchia, custodiscono verità ancora tutte da scoprire. Chartres, d'altronde, sorge al centro della Beauce, un tempo ricoperta da un'immensa distesa di boschi, la foresta dei carnuti, dove, secondo la testimonianza di Giulio Cesare, si trovava il più grande santuario della Gallia, scelto dai druidi per celebrare una volta all'anno delle liturgie segrete. Se la Notre-Dame di Chartres, come quella del Puy-en-Velay e quella di Rocamadour, è una Madonna nera, che cosa si cela dietro la sua immagine, in un paese segnato dall'impronta indelebile dei celti? A tali interrogativi s'impegna a rispondere quest'opera accattivante e al contempo altamente documentata che, incrociando i contributi di varie discipline - archeologia, storia, mitologia e storia delle religioni -, costruisce un mosaico affascinante.