martedì 13 dicembre 2011

Festivals, Feasts, and Gender Relations in Ancient China and Greece

Festivals, Feasts, and Gender Relations in Ancient China and Greece
Yiqun Zhou

Nell'antica Cina e la Grecia sono due civiltà classiche che hanno esercitato un'influenza di vasta portata in numerose aree dell'esperienza umana e sono spesso invocati come i paradigmi in confronto Est-Ovest. Questo libro esamina le relazioni di genere nei due società antiche che si riflette in contesti conviviali come banchetti di famiglia, feste pubbliche e feste religiose. Due modelli distinti di affinità interpersonali e conflitti emergono dalle fonti cinesi e greci che mostrano uomini e donne organizzarsi e di interagire con gli altri in occasioni sociali destinati per lo svolgimento collettivo di piacere. Attraverso l'analisi dei due diversi modelli, Yiqun Zhou illumina i diversi meccanismi socio-politici, sistemi di valori, e tessuti di legami umani nelle due tradizioni classiche. Il suo libro sarà importante per i lettori che sono interessati allo studio comparativo delle società, studi di genere, storia delle donne, e l'eredità di civiltà.

mercoledì 7 dicembre 2011

Il libro - I rotoli di seta degli artisti dal Quattrocento al Milleottocento propongono un mondo evanescente ma compatto che ha avuto grande influenza sull’arte occidentale moderna e contemporanea

L’Unità 24.11.2011
PITTURA CINESE COME SOGNI FATTI CON L’INCHIOSTRO
Il libro - I rotoli di seta degli artisti dal Quattrocento al Milleottocento propongono un mondo evanescente ma compatto che ha avuto grande influenza sull’arte occidentale moderna e contemporanea
Edizione preziosa, Restituisce al lettore le monocromie e lo sfumato continuo
Il Taoismo, Umiltà verso la natura che si manifestava con la tensione al vuoto
Gli echi Da Van Gogh a Picasso da Monet a Rothko da Matisse a Pollock
Giuseppe Montesano

Sommesso, quieto, sfumato, malinconico, felice, in ombra, in sonno, in sogno: è così che ci appare il mondo dipinto sui rotoli di seta dai pittori cinesi dal Quattrocento al Milleottocento dopo Cristo, un mondo evanescente ma compatto, divagante ma come racchiuso in se stesso alla maniera di un nocciolo in un frutto, nel quale si può entrare solo con la giusta dose di tatto e di esitante stupore: è quello che ci rivela un volume affascinante, dalla veste grafica innovativa e preziosa, pubblicato dall’Electa con un titolo essenziale: Pittura cinese dal V al XIX secolo.
QUALITÀ DELLE RIPRODUZIONI
Il libro dell’Electa è importante e nuovo per la qualità delle riproduzioni in esso contenute, che restituiscono in maniera molto soddisfacente il tono stesso di questa pittura, permettendo addirittura di leggere la grana delle sete sui cui i dipinti sono stati stesi, e lasciando intatto tutto il ton-sur-ton, le monocromie e lo sfumato continuo che la grafia-pittura cinese adoperava, quasi a indicare al primo sguardo che la pittura, come avrebbe detto poi Leonardo, era un’arte onirica che comincia a partire dalle macchie e dalle crepe su un muro e non dalla riproduzione del reale.
In questo universo cinese di quieti e solitudini senza fine le cascate scendono da monti a strapiombo con delicata e vorticosa abissalità, le foglie delle piante si animano ingrandite e vive di un’esistenza sovrannaturale, le rocce crescono simili a vegetazioni o a forme animali, acqua e pioggia e alberi si scambiano i ruoli in una placida metamorfosi, gli animali sono visti come se fossero ricostruiti attraverso la sbadata ma esatta precisione della memoria, e gli esseri umani nel paesaggio sono sempre minuscoli ed effimeri contemplatori.
Perché la natura è così animata e l’uomo scompare in essa? Forse si potrebbe contemplare uno dei capolavori dell’epoca Song, il Fiore di loto sull’acqua, dipinto da un Anonimo intorno all’anno 1100, e tutto apparirebbe chiaro: sul ventaglio di seta si apre nella sua piena fioritura un fiore rosa visto in un primo piano che abolisce ogni altra cosa, un fiore dove il rosa sfuma fino quasi al bianco e sembra respirare come una bocca che ali- ti; o da questo passare al Drago di Chen Rong, sempre in epoca Song, dipinto con il solo inchiostro nero, vertiginosamente fatto non di presenza ma di assenza, di vuoti e bianchi che danno alla figura serpentiforme una potenza e un movimento vertiginosi nella tranquillità; e poi osservare L’uccel- lo attirato dalla frutta matura di Lin Chun, non un uccello reale per quanto verissimo, ma un frammento di una felicità terrestre che è stata pensata in mezzo a guerre e distruzioni e per questo forse più teneramente rilucente.
NELLE EPOCHE CLASSICHE
Nella Cina delle epoche classiche il Taoismo spingeva gli artisti a un atteggiamento di profonda umiltà nei confronti della natura, un atteggiamento che si manifestava nell’arte di togliere: il Vuoto del Tao, che è la perfezione, non sarà mai raggiunto se non nella meditazione in cui l’uomo si trasforma: ma l’arte può fare spazio a quel Vuoto che è il vero potere della natura, allo stesso modo in cui il Non-Agire, il Wu-Wei, è il cuore di ogni crescita e di ogni moto.
In questo senso i maggiori artisti cinesi furono liberi dall’idea di imitazione delle superfici, e guadagnarono l’accesso a una realtà che non era basata sull’illusione ottica della tridimensionalità, ma sulla contemplazione che sgombra la mente e le permette di assorbire dentro di sé il mondo che appare: basterebbe confrontare la frutta dipinta da Caravaggio giovane, lussuosamente visibile e vistosamente imitata a partire dalla superficie, con la frutta di Lin Chun, archetipo fragile di una frutta spuntata nell’Eden dell’immaginazione.
LE TRACCE
Su questa via l’influenza della pittura cinese e giapponese sull’arte moderna e contemporanea, attraverso Van Gogh, Degas, Monet e fino a Wols e oltre, è stata incalcolabile. Ciò che anima la geometria dolente e illuminata di Paul Klee o le curve musicali di Kandinskij proviene in parte da lì; le tracce essenziali che Picasso imparò a fare intorno al vuoto e gli arabeschi puri di Matisse sono lontani eredi di quelle metamorfosi; e certe sospese atmosfere di Pollock e Rothko sono inspiegabili se alle spalle del loro senso afferrato sull’orlo del non-senso non si scorge lo sprezzo dell’imitazione disceso per vie extravaganti dalla grande pittura orientale, cinese e giapponese.
Ma l’artista cinese sa che la realtà del mondo naturale è inattingibile, e che a lui, come a un jazzista trascendente che faccia cadere l’in- chiostro al ritmo di una inudibile musica, resta solo il tocco di pennello ambiguamente oscillante tra scrittura e pittura, un movimento che non permette ripensamenti e vive nell’acme emotivo dell’improvvisazione, concentrato nell’attimo fragile e sognato che non torna: o torna solo in sogno.

sabato 3 dicembre 2011

Greek Science of the Hellenistic Era: A Sourcebook

Greek Science of the Hellenistic Era: A Sourcebook
(Routledge Sourcebooks for the Ancient World)

Georgia L. Irby-Massie, Paul T. Keyser

Tutti noi vogliamo capire il mondo intorno a noi, e gli antichi greci furono i primi a cercare di farlo in un modo che possiamo chiamare propriamente scientifica. Il loro pensiero e gli scritti ha posto le basi essenziali per le riprese della scienza nella Baghdad medievale e rinascimentale in Europa. Ora il loro lavoro è accessibile a tutti, con questa introduzione inestimabile per c. 100 autori scientifica attiva da 320 aC a 230 dC. Il libro inizia con un contorno di un nuovo modello socio-politico per lo sviluppo e il declino della scienza greca, seguito da undici capitoli che coprono le principali discipline: * la scienza che i greci vedevano come fondamentali - la matematica * * astrologia astronomia e geografia * * ottica meccanica e pneumatica * la non-matematiche di alchimia, la biologia, la medicina e 'psicologia'. ogni capitolo contiene un'introduzione accessibile sulle origini e lo sviluppo del tema in questione, e tutti gli autori si trovano in contesto con brevi biografie .

contenuti:
PREFACE
Note added in proof
ACKNOWLEDGMENTS
FIGURE AND MAPS CREDITS
TIMELINE OF AUTHORS EXCERPTED
1 INTRODUCTION
2 MATHEMATICS
2.1 Eukleidês
Elements
1 Definitions
Postulates [1–3 assert that space is continuous and infinite]
Common notions [equality of geometrical figures means either in length or area as appropriate]
1.47 [“Pythagoras’ Theorem”]
2.11 [constructing the proportion used in the Parthenon, which we call
3.16 [the infinitesimal “horn-angle” between a circle and a tangent line]
7 Definitions [numbers are usually represented by the length of a line-segment]
9.20 [prime numbers]
9.35 [sum of geometric series]
10 Definitions [commensurable and incommensurable numbers: Fowler [1992]]
10.1 [Eudoxos’ approach to the limit bypassing infinitesimals (“exhaustion”)]
10.3 [greatest common divisor]
12.2 [“exhaustion” used to determine circular area]
12.10 [Demokritos’ theorem]
2.2 Archimedes
Area of the Circle [surviving only in a paraphrased version; see Dijksterhuis [1956/1987] 222–240]
Spirals
Definitions 1 [the figure discovered by Archimedes, based on which he built the screw and the auger; see Dijksterhuis [1956/1987] 264–285]
Sand-Reckoner
3.1–4 [expressing large numbers in base-one-hundred-million: see Dijksterhuis [1956/1987] 360–373; compare the base-ten-thousand system of Apollonios of Pergê’s lost Okutokion in which he calculated “pi”; Archimedes in this work is replying to the Greek proverb that the grains of sand are innumerable, as in Pindar, Olympians 2.98]
Method
Praeface [quadrature of the parabola: compare Dijksterhuis [1956/1987] 313–318]
2.3 Eratosthenes
Duplication of the Cube [using a mechanical calculator similar to a slide-rule]
Epigram
2.4 Apollonios
Conics
1 Preface
Proposition 8 [our “parabola”—so named by Apollonios in Proposition 11]
2.5 Combinatorics:
(in Plutarch, Dinner-table Talk 8.9)
2.6 Heron
Mensurations
1.8 [area of triangle]
2.7 Menelaus
Spherics
1 Definitions
2.8 Nikomachos
Introduction to Arithmetic
1.13 [sieve of Eratosthenes]
2.8–10 [polygonal numbers; compare Theon, Mathematics 1.19]
2.9 Ptolemy
Syntaxis
1.10.1–10 [Trigonometry: Toomer [1973]]
2.10 Diophantos
Arithmetika
1 Praeface [“Algebra”]
1.28 [quadratic equations]
2.8
2.11 Anatolios
On the Decade
About the monad [compare Theon of Smurna, Mathematics 2.40]
About the heptad [compare Theon of Smurna, Mathematics 2.46; underlined passages probably belong at the respective symbols]
About the decade
3 ASTRONOMY
3.1 Autolukos
Moving Sphere 6
Risings and Settings
2.2–4
3.2 Klearchos
(title unknown) [“Man in the moon”]
3.3 Aristarchos
Sizes and Distances
Hypotheses [sun and moon]
2
3.4 Chrusippos
Providence
Book 1 [Here he is describing the Stoic teaching that the kosmos periodically is consumed by flame and in a way reborn; compare Plato, Timaios 33cd, “the kosmos is continuously eating and excreting itself.”]
3.5 Apollonios
3.6 Hegesianax
3.7 Hupsikles
Anaphorikos
4.1–4 [rising times of zodiac signs]
3.8 Hipparchos
(various works) [length of the year]
Displacement of the Solistical and Equinoctial Points
3.9 Theodosios
Spherics
1 Definitions
1.11
1.17
1.20
2.1–2
2.6–7
3.10 Poseidonios
(title unknown)
fr. 131b E-K [origin of comets]
3.11 Alexander
3.12 Anonymous
Kosmos
2 (392a6–31) [aither: star material]
3.13 Xenarchos
Against the Fifth Element
1–8
3.14 Geminus
Phainomena
1.13–17 [solstices and equinoxes]
5.54–61, 68–69 [horizon]
3.15 Aristokles
3.16 Apollinarius
(title unknown) [length of month]
3.17 Plutarch
The Face in the Moon
8 (924d–f) [the moon could be “lunar” material in its proper place]
25 (940a–e) [life on the moon?]
3.18 Theon
Mathematics
3.33 [a quasi-heliocentric theory from ca. 90±50, known also to Vitruuius 9.1.6]
3.19 Ptolemy
Syntaxis
7.4 On the method used to record the positions of the fixed stars
7.5
9.2 [planetary theory is much more difficult]
Planetary Hypotheses
1.1.8 [model of the sun: see Murschel [1995]]
1.2.2 [arrangement of heavenly bodies]
2.3 [the stars are divine and self-willed bodies]
3.20 Sosigenes
On the Counteracting Spheres [varying distances from us of the planets]
4 ASTROLOGY
4.1 Berôsos
Babyloniaka
Book 1 (fr. 4) [the moon]
4.2 Aratos
Phainomena
19–44 [stars and constellations: the Bears]
63–70 [Herakles]
254–267 [Pleiades]
4.3 Eratosthenes
Constellations
12 [Leo: like Scorpion and Twins, a Babylonian constellation; compare Ptolemy, Syntaxis 7.5.26]
43–44 [Planets, and the “Milk”]
4.4 Petosiris
fr. 7 [signs from eclipses; compare Dorotheos 1.1.4–8]
fr. 10 [signs from comets; fr. 9 is a longer list of comet types: see Keyser [1994b]]
4.5 Hipparchos
Commentary on Aratos’ “Phainomena”
3.5.1–6 [rising times of the fixed stars: employed especially in horoscopes]
4.6 Imbrasios
Predictions about the Sick
2 [lunar effects on illness]
13 [moon in Water-Pourer]
4.7 Dorotheos
Judgments from the Stars about Nativities
1.1
2–3 [planetary rulers]
1.1.9–1.2.2 [on “upliftings” or “exaltations” and “abasements” or “humiliations” see Theon of Smurna, Mathematics 3.12 (northward position of planet) and Vettius Valens 2.19, 3.4]
1.6 The power of the seven planets [contrast Ptolemy, Tetrabiblos 1.4–5: Sun and Ares are hot and dry; Kronos cool and dry; moon moist; Zeus and Aphrodite temperate; and Hermes mutably wet and dry]
1.24 [fortune and property, horoscopes 2, 3, and 4]
4.8 Geminus
Phainomena
17.1–25 [arguments against astrology: weather signs]
4.9 Balbillos
Astrologoumena [concerning the length of life from starter and destroyer]
4.10 Thessalos
Remedies
Praeface 27–28
Book 1, chapter: Twins
Book 2, chapter: Kronos
4.11 Pitenius
4.12 Manethon
Apotelesmatika
1(2).399–445 [sun and moon signs]
2(3).399–428 [length of life; Titan and Huperíon both mean the sun]
3(6).1–34 [children]
3(6).738–750 [Manethon’s nativity]
4.13 Ptolemy
Tetrabiblos
1.1–2 [how astrology works]
2.2 [“national” characteristics—like many earlier Greeks, Ptolemy regards the Mediterranean basin as the most moderate clime]
3.1 [conception and birth as proper moments for a horoscope]
4.14 Antigonos
4.15 Vettius Valens
Anthologies
7.6 127–160 [common fate of six men in a boat]
7.4 11–15 [infant death]
5 GEOGRAPHY
5.1 Hanno
Periplous [voyage down the west coast of Africa]
5.2 Putheas
On the Ocean
(in Strabo 2.4.1) [the island of Thoulê]
(in Geminus 6.9) [“the sun’s bedroom”: one of the few verbal quotations]
5.3 Straton
On Heaven
(fr. 91W paraphrased in Strabo 1.3.4) [seas]
5.4 Eratosthenes
Measurement of the Earth
(fr. in Kleomedes 1.10) [Aristotle On Heaven 2.14 (298a16–20) reports that the “mathematicians” had determined the size of the earth as 40 myriad stades in circumference; then around 304±3 Dikaiarchos repeated the measurement, finding 30 myriads by a method similar to Eratosthenes: see Kleomedes 1.8.3; Archimedes, Sand-Reckoner 1.8; Collinder [1964]; Keyser [2001].]
Geography
Book 1 (in Strabo 1.3.4) [In the first book he rejected Homer as a geographical authority, remarking “you’ll find where Odysseus wandered when you find the cobbler who sewed up the bag of winds”; here he wonders whether the division of land and sea is eternal.]
Book 3 (paraphrased in Strabo 2.1.22) [His map employed data gathered in the aftermath of Alexander’s conquests, and his sphragidês served as a general framework to avoid privileging any local perspective; for Eratosthenes, the proper division of humanity was not racial but ethical, as he insisted at the end of book 2.]
5.5 Agatharchides
On the Red Sea
Book 5, fr. 30–34 [fisheaters]
5.6 Seleukos
(title unknown)
(fr. in Strabo 3.5.9) [lunar theory of tides]
5.7 Polubios
History
2.14.4–12 [Italy and the Po valley]
5.8 Hipparchos
Geography
Book 3 (fr. 46–52 D. from Strabo) [determining latitude]
5.9 Skumnos
Periplous
139–166 [south coast of Spain]
167–195 [south coast of Gaul]
5.10 Poseidonios
On the Ocean
(fr. 49c E-K in Strabo 2.3.4) [circumnavigation of Africa]
(fr. 217 E-K in Strabo 3.5.7–8) [theory of tides: the diagram is reconstructed]
5.11 Anonymous
Kosmos
3 (392b14–393b23) [the Earth’s oceans]
5.12 Strabo
Geography
4.5.4–5 [Ireland and “Thoulê,” islands at the western edge of the world]
5.2.7 [Corsica and Sardinia; Theophrastos, Plant Researches 5.8.1–2, describes Kurnos as thickly wooded]
5.13 Anonymous
Voyage on the Red Sea [(15–18) an accurate description of the coast of Somalia and Kenya, known as “Azania,” down to Dar es Salaam; after which “the coast bends to the west and joins the western ocean”]
5.14 Heron
Dioptra
35 [determining longitude intervals]
5.15 Plutarch
The Face in the Moon
26 (941a–c) [“Atlantis”]
5.16 Marinos
Geography
Book 3 (quoted in Ptolemy, Geography 1.7.4, 1.7.6) [navigation by the stars]
Book? (in Ptolemy, Geography 1.11–14) [the route to China]
5.17 Theon
Mathematics
3.2 [sphericity of the Earth]
3.3 [sphericity of ocean]
3.3 [heights of mountains]
5.18 Arrian
Voyage on the Black Sea
8 [Phasis River]
21 [island of Achilles]
5.19 Ptolemy
Geography
1.1 [introduction; scope of geography]
3.2 [Corsica]
6 MECHANICS
6.1 Eukleidês,
Division of the Scale
Praeface [mechanical production of sound]
6.2 Epikouros
Letter to Herodotos
38–61 [atomic theory]
6.3 Straton
Motion
(quoted by Simplicius, Commentary on Aristotle’s “Physics” p. 916 Diels)
6.4 Chrusippos
(title unknown)
(paraphrase in Ioannes of Stobi, Selections 1.161)
(title unknown)
(paraphrase in Ioannes of Stobi, Selections 1.166) [structure of the kosmos]
6.5 Archimedes
Plane Equilibrium
Postulates
Proposition 6 [how the balance works]
6.6 Philon
War-machines
Praeface (pp. 49–50 Wescher) [principles]
(pp. 69–70 Wescher) [spring catapult: see Marsden [1971/1999] 175–176]
(pp. 73–74, 76–77 Wescher) [repeating catapult]
6.7 Biton
War-machines
5 (pp. 57–60 Wescher) [scaling ladder]
6.8 Hipparchos
Bodies Carried Down by Their Weight
(paraphrased by Simplicius, Commentary on Aristotle’s “On Heaven” pp. 264–265 Heiberg) [acceleration]
6.9 Athenaios
Mechanics
11 (14.4–15.2 Wescher) [wall-borer]
18–23 (21.2–26.5 Wescher) [“tortoise”—material added from Vitruuius 10.15.2–7 is in italics]
6.10 Apollonios
On Hippokrates’ “joints”, Book 2 [spine]
6.11 Heron
Mechanics
1.20–21 [weights]
2.1.1 [simple machines (surviving in Greek)]
2.3 [pulley (surviving in Greek)]
3.2.1–2 [the crane (surviving in Greek): compare Vitruuius 10.2.8]
Automatic Theatre
1.1.1–8
1.2.1–12
1.4.1–13
1.14.1–2
War-machines
Praeface (pp. 71–74 Wescher) [why study artillery]
Pneumatics
1.43 [organ: here emphasizing mechanics of the device rather than properties of air; compare Chapter 8.5 (Aristokles)]
6.12 Plutarch
Platonic Puzzles
7.5 (1005) [reporting Aristotle’s doctrine of projectile motion: Physics 8.10 (266b27–267a22)]
6.13 Ailian
Commentary on the “Timaios”
Book 2 (from Porphyry, Commentary on Ptolemy’s “Harmonics”) [mechanical nature of sound]
6.14 Ptolemy
Harmonics
1.3.3 How the height and depth that relates to sounds is constituted
6.15 Galen
Motion
(from Alexander of Aphrodisias’ Refutation 62b21–63a1, 63a5–7, 63a9–17)
(from the same, 63b23–64a1)
7 OPTICS
7.1 Eukleidês,
Optics
Definitions
1 Nothing that is seen is seen all at once
2 Nearby objects are seen more clearly than distant objects of equal size
12 Of magnitudes extending forward, those on the right seem inclined toward the left, and those on the left toward the right [perspective of roads and buildings]
16 As the eye approaches objects of unequal size which rise one upon another above the eye, the shorter one appears to gain height, but as the eye recedes the taller one appears to gain [e.g., mountains]
19 To know how great is a given height when the sun is not shining [18 gives Thalês’ method; 19 gives Dikaiarchos’ method: see Chapter 5.4]
23 If a sphere is however seen by one eye, always less than a hemisphere is seen, and the part of the sphere that is seen appears as a circumference [compare Aristarchos, Sizes and Distances 2, Chapter 3.3]
51 If, when several objects move at unequal speed, the eye also moves in the same direction, the objects moving with the same speed as the eye will seem to stand still, those moving slower will seem to move in reverse, and those moving faster will seem to move ahead [racers passing]
52 When some objects are moved, and one is obviously not moved, the unmoved object will seem to move backward [a boat anchored in a river: Ptolemy, Optics 2.131–3]
54 When objects move at equal speed, the more remote seem to move slower [Ptolemy, Optics 2.1
55 If the eye remains at rest, while things seen are moved, the more remote of the things seen will seem to be left behind [moving ships]
57 When things lie at the same distance and the edges are not in line with the middle, it makes the whole figure sometimes concave, sometimes convex
7.2 Epikouros
Letter to Herodotos
46–48 [objects give off emanations]
Letter to Puthokles
91 [“The sun is peculiar in always appearing the same size from any distance”; compare below Archimedes, Agatharchides, and Poseidonios on the sun’s apparent size]
7.3 Archimedes
Sand-Reckoner
1.10–17 [the apparent size of the sun: see Dijksterhuis [1956/1987] 360–373]
7.4 Diokles,
Burning-Mirrors
1 Praeface
Prop. 1 [construction of a parabolic mirror]
7.5 Agatharchides
On the Red Sea
Book 5, fr. 107 [appearance of the sun; see Diodoros 3.48.2–4]
7.6 Poseidonios
On the Ocean (?)
fr. 119 E-K (in Strabo 3.1.5) [appearance of sun during sunsets]
7.7 Heron
Mirrors
Praeface [nature of vision, and what Heron covers]
3–4 [reflection at equal angles]
7.8 Plutarch
The Face in the Moon
17 (930a–d) [apparent exceptions to the equal-angles reflection law]
7.9 Ptolemy
Optics
2.13–14 [color]
2.28–31 [binocular vision]
2.107 [after-images, or residual coloring from mirrors and lenses]
2.133 [eyes of a painted face “following” viewer]
3.59 [illusions in depth-perception]
4.109–113 [concave mirrors magnify]
5.3–6 [experiments on angles of refraction]
7.10 Galen
Opinions of Hippokrates and Plato
7.5 [optical pneuma]
7.7
8 HYDROSTATICS AND PNEUMATICS
8.1 Theophrastos
Winds
1–12 [see Murray 1987]
16–17 [Meteorologika 2.5 (361 b14–20); pseudo-Aristotle, Problems 26.8, 21, 33–35: the sun affects winds]
20 [a standard Greek analogy, as in pseudo-Aristotle, Problems 26.48]
22–24 [air is not self-moving: compare Aristotle, Meteorologika 1.4 (342a24–27)]
26–27 [mechanical anti-Aristotelian explanation; compare pseudo-Aristotle, Problems 26.40: bays are full of variable winds]
35–36 [common features of winds]
44–46 [features of individual winds]
8.2 Straton
Void
(fr. paraphrased in Heron, Pneumatics 1 praeface [pp. 24.20–26.23 Schmidt]) [micro-voids: compare pseudo-Aristotle, Problems 11.49, 58; see Furley [1985]]
8.3 Archimedes
Floating Bodies 1
Postulate 1 [essential nature of liquids]
Proposition 1
Proposition 2
Proposition 5
Proposition 6
Proposition 7
8.4 Philon
War-machines
(pp. 77–78 Wescher) [air-spring catapult]
Pneumatics
1–2 [demonstration that air is corporeal]
4 [demonstrations that water is “attached” to air]
6 [demonstrating “attachment” of water to air using a siphon]
7 [“thermoscope,” named libas or “dripper” by Heron, Pneumatika 2.8]
8.5 Aristokles
Choruses
(fr. in Athenaios, Deipnosophists 4[174–5]) [water-organ: compare Section 6.11 (Heron)]
8.6 Heron
Dioptra
31
Pneumatics
1 Preface (pp. 2–4.13 Schmidt)
(pp. 6.23–8.22 Schmidt)
1.4 [constant-flux siphon: compare Drachmann [1976]]
1.20 [the toilet-bowl or chicken-waterer feedback device]
1.28 [the two-pistoned water-pump by Ktesibios, used as a fire-engine in Alexandria; Humphrey, Oleson and Sherwood [1998] 320]
1.42 [see also Vitruuius 10.8; the “hudraulis” water-organ by Ktesibios in a new version by Heron: Keyser [1988]]
1.43 [the windmill: see Section 6.11]
2.11 [anti-Aristotelian demonstration of rotary motion without friction and through reaction not contact; a cosmological model like 2.6 (sphere floating on stream of air) or 2.7 (sphere suspended by film of water); compare pseudo-Aristotle, kosmos 6 (398b13–20); see Keyser [1992a]]
8.7 Ptolemy
Weights
(reported by Simplicius, Commentary on Aristotle’s “On Heaven” pp. 710–711 Heiberg)
9 ALCHEMY
9.1 Theophrastos
Stones [written around 312±2]
1–2 [properties]
16–17 [coal]
23–24 [“emerald”]
45–46 [touchstone, to test gold]
49 [glass]
53–54 [production of red ocher]
56 [making white lead]
57 [making verdigris]
60 [quicksilver]
65–66 [gypsum used to make plaster]
Odors
8
21–23 [use of bain-marie in making scents]
Fire
1 [troubling properties of fire]
12 [concentrated fire]
17 [paradoxical heating power of cold]
30–33 [varieties of flame]
59 [extinguishers]
9.2 Sotakos
Stones
(fr. in Apollonios, Marvels 36)
9.3 Epikouros
Letter to Herodotos
68–70 [nature of “physical attributes”]
9.4 Chrusippos
(title unknown)
(paraphrase in Ioannes of Stobi, Selections 1.129–130) [“element” defined]
(title unknown)
(paraphrase in Alexander of Aphrodisias, Mixture 3.3) [role of pneuma in mixture]
9.5 Bolos
Physical and Mystical Matters
3 [the key, revealed in a vision]
4 [making gold]
1 [purple-dye: originally from book 4, now the opening]
(title unknown) [cited as “Demokritos” in “Zosimos”; compare Theophrastos, Stones 60]
9.6 Poseidonios
(title unknown)
(fr. 235 E-K; paraphrase in Strabo 7.5.8) [asphalt]
9.7 Strabo
Geography
16.1.15 [asphalt]
9.8 Maria the Jewess
(title unknown)
(p. 171B) [theory]
(p. 182B) [copper]
(pp. 192–193B, p. 198B) [molubdochalk, leaded-copper, as quality-less metal, black lead]
(p. 146B) [the kêrotakis (Figure 9.2)]
(p. 236B) [the tribikos (
9.9 Anaxilaos
Paignia
(fr. in P.Stockholm, 2) [to make silver]
9.10 Dioskourides
Medical Materials
5.74 Kadmeia [impure zinc oxide] [P.Leyden X 105]
5.75.5–6 [sublimation of kadmeia]
5.76.1–2 [preparation of “burnt copper”]
5.84.3 [treatment of stibnite]
9.11 “Isis”
To Horus
7 [theory]
9 [whitening metal]
11 [softening metal]
13 [gold at last]
17 [arsenic vapor for silvering]
9.12 Kleopatra
9.13 Menelaus
Densities
1–2 [introduction]
4.1 [density of compounds]
5 [the Menelaus equation]
9.14 Plutarch
On the Principle of Cold
1 (945f–946a) [is “cold” a principle?]
15.2 (951c–e) [not air but water is cold]
19.1 (953d–e) [Earth’s core is icy]
21.1 (954d–f) [coldness of element earth]
9.15 Alexander
On Mixture
12.4 [how fire “mixes” with earthy materials]
15.3–4 [the separation of mixtures is not mechanical but qualitative]
9.16 Zosimos
On Sulfur (“Divine”) Water
(pp. 138–139B)
(unknown section) (pp. 129, 202–203B)
(unknown section) (p. 208B)
Final Account 1 (pp. 209, 239–240B)
(unknown section) [he asserts (10.3, p. 145B): “just as minute yeast transforms the entire loaf, so will a small bit of gold transform the whole”]
9.17 The Leyden Papyrus “X”
3 Purifying tin for mixing with asemos [“uncoined,” i.e., silver]
6 Doubling of asemos
25 Purifying silver [cupellation]
31 Recognizing whether tin is adulterated
35 Manufacture of asemos that is black like obsidian [Egyptian niello]
3 7 For giving to copper objects the appearance of gold
55 Another preparation of gold
9.18 The Stockholm Papyrus
43 (= 88) Preparation of smaragdos
61 Another recipe for whitening pearls
74 Preparation of verdigris for smaragdos from solid Cyprian copper
109 Collection of woad
110 Woad dye [familiar to Disokourides 2.185 and Pliny 20.59]
118 Another recipe for purple [a costly color often imitated: Pliny 9.125–141; “authentic” purple was derived from the murex shellfish: see Thompson [1947] 209–218]
135 (=155) Another recipe for purple
10 BIOLOGY: BOTANY AND ZOOLOGY
10.1 Theophrastos
Plant Researches
1.3.1 [categories]
2.1.1–2 [how plants start to grow]
4.4.8 [cotton]
4.7.7
4.6.1–4 [maritime plants]
6.3.1–3 [silphion, now probably extinct]
Plant Etiology
1.5 [spontaneous generation]
2.4.4–5 [soil types]
2.13.1–2 [effects of locale]
3.2.6 [best time to plant]
3.6.1 [fertilizer]
3.18.1 [plant gender]
5.17.1 [girdling]
On Fire
60 [the peculiar powers of the salamander]
10.2 Bolos
Farming
(fr. 81 paraphrased in Geoponica 15.2.21 38)
10.3 Agatharchides
On the Red Sea
Book 5, fr. 72 [the rhinoceros and its battles with elephants]
Book 5, fr. 77 [carnivorous bulls: Aristotle, Animal Researches 8(9).45 (630a18–b18), the aurochs; Ailian 17.45]
Book 5, fr. 99 [fragrant plants in Saba]
Book 5, fr. 110 [maritime olive trees and the sea fan]
10.4 Nikandros
Theriaka
157–189 [the asp (lines 159–160 excised as spurious)]
715–737 [deadly spiders]
10.5 Leonidas
Fishing
(fr. in Ailian, Animals’ Characters 2.6) [dolphins]
10.6 Poseidonios
(title unknown)
(fr. 241 E-K from Strabo 3.5.10) [unusual trees]
(title unknown)
(fr. 245 E-K from Strabo 17.3.4) [apes resemble people]
10.7 Damostratos,
Fishing
(fr. in Ailian, Animals’ Characters 13.21) [a “real” triton]
(fr. in Ailian, Animals’ Characters 15.9) [the fifteen-foot long “crane fish,” perhaps Regalecus banksi or Nemicthys scolopaceus]
10.8 Strabo
Geography
15.1.21 [amazing trees in India]
10.9 Alexander
Animals
Book 2 (fr. in Athenaios, Deipnosophists 9 [392c]) [quail]
Book? (fr. in Athenaios, Deipnosophists 5 [221b–d])
10.10 Philon
Animals
20–21 [intelligence of bees]
92 [Philon’s “refutation”]
10.11 Dioskourides
Medical Materials
1.8.1–2
1.77.1
2.106.1–2
2.159.1–2
3.5.1
3.148
3.149
4.20.1
10.12 Plutarch
Natural Questions
26 (918b–e) [animal instinct]
Animals’ Cleverness
10.3 (966e–7a) [spiders’ webs: Beavis [1988] 34–37, 40–42—and thirsty animals]
13.1 (968f–9a) [reconnoitering foxes]
16.1 (971a-d) [a clever mule: same tale in Ailian 7.42]
17.1 (972b) [smart elephants; also Philon, Animals 28 and Ailian 2.11: a literate elephant]
30.2 (980b–c) [sponges: compare Aristotle, Animal Researches 5.16 (548a10–19); same tale in Ailian 8.16]
10.13 Dionusios
Birds
1.6 [falcons and hawks]
1.32 [phoinix]
2.1 [introduction: waterfowl]
2.7 [pelican: Aristotle, Animal Researches 8(9).10 (614b27–30); Ailian 3.23 describes its piety: also in medieval Christian bestiaries, such as the “Physiologus,” which drew heavily on Greek theories of animal behavior]
10.14 Arrian
Hunting
4–5 [good dogs, and the best of the dogs]
7 [dogs’ character]
16 [hares worth hunting]
10.15 Ailian
Animals’ Characters
2.16 [Skuthian elk?]
2.17 [remora]
2.19 [bear]
3.16 [partridge]
3.41 [rhinoceros?—and possibly the origin of the unicorn fable]
9.24 [angler fish]
16.2 [marvelous birds of India]
10.16 Oppian
Fishing
5.62–108 [“guide fish”]
10.17 Anonymous
Hunting
3.20–62 [lions: compare Aristotle, Animal Researches 8(9).44 (629b5–630a8)]
11 MEDICINE
11.1 Theophrastos
Plant Etiology
6.13.1–4 [medicinal plants]
Plant Researches
9.8.2–8 [collecting botanicals]
9.16.4–5 [wolf’s bane: see Nikandros, Alexipharmaka 12–73]
9.17.1–2 [acquired resistance to drugs]
11.2 Praxagoras
Anatomy
(fr. 10S)
Associated Symptoms, Book 2
(fr. 90S) [diarrhea]
(title unknown)
(fr. 22–25S) [humours]
(title unknown)
(fr. 27S) [the pulse]
(title unknown)
(fr. 64S) [causes of diseases]
11.3 Herophilos
Anatomy
Book 2?, (fr. 60vS) [an accurate description of the human liver]
Book 3 (at outset; fr. 61vS) [ovaries]
Eyes
(fr. 260vS) [drug to improve vision]
Midwifery
(fr. 193vS, paraphrased) [uterus: compare Soranos 3.1–5]
(fr. 196vS) [difficult labor]
Pulses
(fr. 177vS, paraphrased) [rhythms of pulses]
(title unknown)
(fr. 259vS) [ointment for the anus]
11.4 Erasistratos
Fevers
Book 1 [inflamed wounds]
Book 1 [heart as pump]
General Principles
Book 2 [blood vessels]
Paralysis
Book 2 [nature of scientific research]
(title unknown) [brain]
(title unknown) [animals give off emanations]
(title unknown) [“do not feed a fever!”—compare also Fevers 3, in Brain [1986] 20]
11.5 Andreas
(fr. 45vS) [morays: compare Thompson [1947] 162–165]
Casket?
(fr. 31vS) [cream for running sores, and slow-healing or bloody wounds, to prevent inflammation]
(fr. 32vS) [“rose-compound,” good for great pain, fluxes great and small, blisters, and prolapses]
(title unknown)
(fr. 41vS) [hair loss]
11.6 Glaukias
[bandages]
11.7 Agatharchides
On the Red Sea
(fr. in Plutarch, Table-Talk 8.9 [733bc])
11.8 Demetrios
(fr. 19vS; Soranos 3.19) [inflammation of the uterus]
(fr. 17vS; Soranos 3.43) [uterine flux]
11.9 Nikandros
Alexipharmaka
186–206 [hemlock and remedy; compare opium, 433–464]
Theriaka
921–933 [snakebite remedies]
11.10 Asklepiades
1 [corpuscles]
2 [fevers]
3 [assimilation of food]
4 [bladder]
5 [pneuma]
6 [lung]
11.11 Herakleides
Exterior Therapy [reduction of dislocation of the thigh]
11.12 Apollonios
Perfumes and Unguents
(fr. 8vS: Athenaios, Deipnosophists 15.38 [688e–689b]) [good and better supplies]
Ready Remedies
Book 1 (fr. 11vS: Galen, Compound Drugs by Site 1.8) [for dandruff]
Book? (fr. 14vS: Galen, Compound Drugs by Site 2.1) [for hangover]
11.13 Dioskourides
Medical Materials
Preface. 5–9 [collecting and storing botanicals]
1.30.1–4 Olive oil
1.78 Laurel
1.113 Cherries
2.82.1–4 Honey
11.14 Aretaios
Acute and Chronic Diseases
2.1 (pp. 15–16 Hude) [respiration]
3.1.1–2 (p. 36 Hude) [treatment of chronic diseases]
4.5.1–2 (p. 71 Hude) [gonorrhea]
4.12.1–11 (pp. 82–84 Hude) [arthritis]
11.15 Xenokrates
Food from Aquatics
1.1–3 [edibility of fishes]
11.16 Plutarch
Table-Talk
8.9.1–5 (731–734) Whether it is possible for new diseases to come into being, and from what causes
11.17 Rufus
Kidney and Bladder Diseases
3.11–12 [stones: compare Aretaios 2.9]
3.30–32 [regimen to prevent stones]
9.7–12 [surgical treatment]
11.18 Soranos
Gynecology
1.7–13 [uterus]
1.36 [best time for conception: Hippokrates, Nature of the Child 15 says the same]
1.39–41 [shaping the fetus]
1.60–62 [contraception and abortion]
11.19 Galen
Sects [written 166±2: “schools” of medicine]
1–3, 6 [a “sect” was a system or worldview, such as Platonism or Stoicism;
Anatomical Procedures [written about 170]
1.2 [observation and dissection]
7.15 [vivisection of the heart]
7.16 [experiment done in about 165, repeating one by Erasistratos; an earlier account in Blood in the Arteries 8; Galen disparages various less and more absurd alternate methods; then:]
Preserving Health [written about 175]
Advice for an Epileptic Boy [written around 190]
2, 4 [diet to prevent seizures]
Anatomy of Nerves [written after 195]
1–10
Venesection [written after 200]
5 [benefits of blood-letting]
11.20 Philoumenos
Venomous Animals
17 [echidna or viper]
20 [dipsas: “thirst-inducer”]
22–23 [ammodutes “sand-burrower” and sêps “putrefier”]
12 “PSYCHOLOGY”
12.1 Theophrastos
On the Senses
1 [basic theory of perception]
49–58 [Demokritos on vision, hearing and thought: compare below Section 2 (Epikouros)]
Plant Etiology
6.1.1–3 [flavors]
On Odors
64–68 [sensing smells]
12.2 Epikouros
Letter to Herodotos
49–53 [theories of sense perception: for immediately preceding section, see Chapter 7.2]
12.3 Straton
(unknown work)
(fr. 111W paraphrased in Plutarch, Desire and Grief 4 [697b]) [origin of sensation in the hegemonikon]
12.4 Herophilos
(fr. 137, paraphrased) [hegemonikon]
(fr. 226, paraphrased) [dreams]
12.5 Chrusippos
On the Soul [arguing that the soul resides in the heart; the gaps are of unknown length]
12.6 Melampous
Divination from Birthmarks [entire]
12.7 Ptolemaïs
Introduction
(fr. in Porphurios, Commentary on Ptolemy’s “Harmonics” 23.24–24.6) [the scale]
(fr. in Porphurios, Commentary on Ptolemy’s “Harmonics” 25.3–26.5)
12.8 Thrasullos
Music
(fr.) [note is a pitch of an attuned sound]
12.9 Aretaios
Acute and Chronic Diseases
3.4.1–3 (pp. 38–39 Hude) [epilepsy]
3.5.4–7 (pp. 40–41 Hude) [melancholê]
3.6.6 (p.42 Hude) [a mad carpenter]
12.10 Antonius
Physiognomics
26 The nose [pseudo-Aristotle, Physiognomy 6 compares animal noses]
27 The forehead and brow [pseudo-Aristotle, Physiognomy 6 compares animal brows]
36 The color of the whole body [pseudo-Aristotle, Physiognomy 6 is similar]
12.11 Artemidoros
Dreams
1.1–2 [oneiros vs. enhupnion]
1.64 [bathing dreams]
1.79 [dreams about one’s mother]
2.68 [flying dreams]
12.12 Aelius Aristides
Sacred Tales
3.21–22 [dream about healing; August 148, in Pergamon]
12.13 Ptolemy
Harmonics
1.1 [reason aids the senses in making distinctions]
3.3 [the power of harmonia]
3.5 [three primary parts of the soul]
12.14 Galen
Soul’s Dependence on Body
3, 5, 8, 11 [effects on soul from body]
Differential Diagnosis of Symptoms
3 [damage to the hegemonikon]
BIBLIOGRAPHY
Sources of translations quoted
Texts newly translated
Works cited
Select further reading (* translation)
INDEXES
INDEX OF TERMS
INDEX OF ALL METALS, STONES, PLANTS, ANIMALS
INDEX OF PEOPLE (NOT INCLUDING EXTRACTED AUTHORS)
INDEX OF PLACES
CONCORDANCE OF PASSAGES CITED (NOT EXCERPTED)




The Secret History of the American Empire: Economic Hit Men, Jackals and the Truth About Global Corruption

The Secret History of the American Empire: Economic Hit Men, Jackals and the Truth About Global Corruption

John Perkins
Plume

Un trattato internazionale sulla corruzione e che cosa possiamo fare a questo proposito, da parte dell'autore delle Confessioni di un sicario dell'economia, che è stato un best-seller.

Nelle sue memorie mozzafiato, Confessioni di un sicario dell'economia, John Perkins dettagliato il suo precedente ruolo come un "sicario economico" in loschi traffici internazionali aziendale di un impero di fatto americano. Questo avvincente, dietro le quinte denuncia spiegato come un colossal cinematografico raccontata attraverso gli occhi di un uomo che una volta contribuito a plasmare quell'impero. Ora, in La storia segreta dell'impero americano, Perkins zeri in su i punti caldi di tutto il mondo e, sulla base di interviste con uomini colpiti altri, sciacalli, giornalisti e attivisti, esamina l'attuale crisi geopolitica. L'instabilità è la norma: è chiaro che il mondo che abbiamo creato è pericoloso e non più sostenibile. Come siamo arrivati ​​qui? Chi è responsabile? Che cosa buona abbiamo fatto ea quale costo? E cosa possiamo fare per cambiare le cose per le prossime generazioni? Affrontare queste ed altre domande, Perkins rivela la storia segreta dietro gli eventi che hanno creato l'impero americano, tra cui:

• L'attuale rivoluzione latino-americana e le sue lezioni di democrazia
• Come le "sconfitte" in Vietnam e in Iraq ha beneficiato un grande business
• Il ruolo di Israele come "fortezza America" ​​in Medio Oriente
• tragiche ripercussioni del FMI "Asian Economic Collapse"
• errori degli Stati Uniti in Tibet, Congo, Libano e Venezuela
• Jackal (agenti della CIA), incursioni di assassinare presidenti democratici

Dalle forze armate Usa in Iraq per lo sviluppo delle infrastrutture in Indonesia, dai volontari di Peace Corps in Africa, agli sciacalli in Venezuela, Perkins espone una cospirazione di corruzione che ha alimentato l'instabilità e anti-americanismo in tutto il mondo. Allarmante eppure pieno di speranza, questo libro fornisce un piano di compassione per re-immaginare il nostro mondo.

mercoledì 30 novembre 2011

Il Dalmatico: Resti di un'antica lingua romanza parlata da Veglia a Ragusa e sua collocazione nella Romània appennino-balcanica

Il Dalmatico: Resti di un'antica lingua romanza parlata da Veglia a Ragusa e sua collocazione nella Romània appennino-balcanica

Matteo Giulio Bartoli

New edition of the original German version published in 1906.

A cura di Aldo Duro

Resti di un'antica lingua romanza parlata da Veglia a Ragusa e sua collocazione nella Romània appennino-balcanica.

Per dalmatico non si intende, come qualcuno potrebbe forse pensare in un primo momento, una varietà del dialetto veneto parlato sulla costa dalmata e nelle isole litoranee nei secoli che vanno dal XV al XX, da quando cioè i rapporti commerciali e marittimi, ma anche politici, militari e soprattutto culturali con Venezia si fanno sempre più stretti, fino al termine della prima, e soprattutto della seconda guerra mondiale, quando la mutata situazione politica e il pressoché totale esodo della popolazione italiana ivi residente troncano o modificano tali rapporti (che al contrario si rinnovano e si fanno più stretti per coloro che come sede dell'esilio hanno scelto proprio il territorio veneto, largamente inteso).
Nella classificazione delle lingue romanze, si è dato invece il nome di dalmatico alla lingua neolatina formatasi nell'età medievale, attraverso progressive trasformazionil latino penetrato in Dalmazia con le legioni romane prima ancora che all'evo antico facesse seguito l'era cristiana.
Altra denominazione con cui è stato anche indicato dagli studiosi il dalmatico è quella di veglioto (o, toscanamente, vegliotto), in quanto nell'isola quarnerina di Veglia questo idioma si è conservato quasi miracolosamente più a lungo che altrove, tramandato e compreso, anche se non sporadicamente parlato, fin verso la fine del secolo XIX, quando, nel giugno 1898, si spegne con la morte dell'ultimo dei parlanti, Antonio Udina, che fu anche il più ascoltato tra gli informatori che Matteo Giulio Bartoli ebbe modo di interrogare a più riprese nel tempo in cui preparava la sua tesi di laurea proprio sul dialetto veglioto che, scritta in italiano, fu da lui sostenuta nel luglio 1898 all'Università di Vienna con il grande glottologo Meyer-Lübke (avendo come correlatore lo spalatino Adolfo Mussafia).

lunedì 21 novembre 2011

La rivoluzione pagana. Relativismo etnico e gerarchia delle forme

Luca Leonello Rimbotti
La rivoluzione pagana. Relativismo etnico e gerarchia delle forme.
Edizioni di Ar
Si è soliti pensare al Paganesimo come all’epoca che precede la religione venuta di Galilea. In realtà la Paganitas non è una semplice stagione estinta. Il suo sentimento del mondo e le sue visioni innervano di sé i secoli e conoscono, soprattutto nel Novecento, sorprendenti risorgive. Luca Leonello Rimbotti si concentra proprio su tale fluire e rifluire e ne ‘spiega’ l’essenza. Di fronte agli occhi del lettore il Paganesimo si schiude allora come imperituro mondo della natura – la natura che vuole, che esige, la lotta -, come sentimento accresciuto della vita, come semenzaio di simboli e miti eroici, come reattività estrema dell’ordine contro il disordine, come “grande passione” olimpica, come panorama dove la Forma serenamente splende e parla. Una controstoria del pensiero europeo, questa storia del Paganesimo.

venerdì 21 ottobre 2011

Croce e potere. E i cristiani si armarono

il Fatto Saturno 21.10.11
Croce e potere. E i cristiani si armarono
Lucia Ceci

DISTRUGGERE PIETRE, si sa, vuol significare spesso affrancarsi da un intero sistema. Stanno a dimostrarlo immagini che condensano passaggi epocali: l’abbattimento della statua di Stalin a Budapest nell’ottobre 1956, la demolizione di centinaia di immagini di Saddam Hussein in Iraq, il fuoco talebano sui Buddha di Bamiyan.
A sancire uno spartiacque decisivo nella storia del cristianesimo fu la distruzione, nel 391, del Serapeo di Alessandria d’Egitto, il tempio dedicato al dio regolatore delle acque del Nilo, garante della salute dei vivi e del destino dei morti. Ne fece le spese soprattutto la smisurata statua di Se-rapide, fatta in legno laminato d’oro e d’argento, che i cristiani decapitarono, spaccarono a colpi d’ascia e diedero alle fiamme al cospetto di cittadini increduli. Dal Serapeo la furia devastatrice si estese agli altri templi di Alessandria e di lì a tutte le città dell’Egitto. Una volta profanati, gli spazi sacri vennero decontaminati e convertiti in basiliche. Dietro la distruzione e la riconversione dei luoghi di culto si celava una battaglia decisiva per ridefinire i confini del sacro e la gestione del particolare potere che esso veicolava. Ma non era una rivoluzione dal basso: a un anno dalla strage di Tessalonica e dalla successiva penitenza cui il vescovo Ambrogio aveva costretto l’imperatore, Teodosio aveva emanato un editto che autorizzava la distruzione dei templi pagani. La croce, simbolo di sofferenza e martirio, si era trasformata in simbolo di potere. Come era stato possibile? Giovanni Filoramo lo indaga nel denso volume La croce e la spada, che ha per oggetto il «secolo breve»: quel periodo che va dalla conversione di Costantino (312) alla morte di Teodosio (395), in cui si assiste alla trasformazione di un gruppo religioso minoritario in Chiesa di Stato, pronta, dopo essere stata perseguitata, a perseguitare a sua volta nemici interni ed esterni. Il libro ripercorre le tappe di questo itinerario e il contributo dei suoi principali protagonisti: gli imperatori romani da Costantino a Teodosio e i vescovi cristiani da Eusebio ad Agostino. La svolta decisiva, che riguarda la ricerca di un’ortodossia unitaria e il modo in cui il cristianesimo si rapporta al potere politico, ha luogo sotto Teodosio: col Concilio di Costantinopoli si fissa il dogma trinitario e si impone, grazie all’intervento dell’imperatore, la verità dottrinale uscita vincente dall’assise valida come legge di Stato. La dissidenza religiosa, di conseguenza, si trasforma in crimen publicum. L’avvio della criminalizzazione dell’eretico apre un capitolo nuovo e funesto nella storia del cristianesimo, quello in cui si può uccidere «in nome di Dio», illuminato nel libro attraverso l’illustrazione dei primi pericolosi segnali di cambiamento: la condanna a morte dell’eretico Priscilliano e l’uccisione della filosofa neoplatonica Ipazia. Non si trattò solo, per dirla con Edward Gibson, di «intolerant zeal». Né, come hanno sostenuto gli apologeti, di una mera conseguenza della svolta costantiniana. Nella Chiesa del IV secolo la fede fondata sulla rivelazione di Dio mediante il Figlio mise in moto una duplice, contraddittoria spinta: inclusiva in quanto mirava ad accogliere l’intera umanità, ma anche esclusiva perché la preservazione della «purezza» della comunità portò ad eliminare, oltre all’errore, l’errante.
Giovanni Filoramo, La croce e il potere, Laterza, pagg. 443, euro 24,00

mercoledì 5 ottobre 2011

Il nuovo libro di Rifkin: la terza rivoluzione industriale? È già iniziata

La Stampa 3.10.11
Colloquio
“La crisi finirà solo quando cambieremo l’economia”
Il nuovo libro di Rifkin: la terza rivoluzione industriale? È già iniziata
di Paolo Mastrolilli

Bisogna cambiare, ora. Anche se non volessimo, la «Terza rivoluzione industriale» è già cominciata, e la crisi economica in corso dovrebbe solo convincerci ad affrettare il passo verso un nuovo paradigma per la nostra società. Un modello che richiede di abbandonare la dipendenza energetica dal petrolio, ma anche di mutare radicalmente i rapporti economici, la politica, l’ambiente, l’istruzione. Così scrive Jeremy Rifkin nel suo ultimo libro, intitolato appunto «The Third Industrial Revolution: How Lateral Power Is Transforming Energy, the Economy, and the World».
Durante un’intervista fatta ad agosto, ci aveva anticipato i contenuti con queste parole: «Verso la fine degli Anni Settanta è terminata la Prima rivoluzione industriale, nel senso che abbiamo smesso di vivere grazie alla ricchezza che producevamo. Siamo entrati nella Seconda rivoluzione industriale, in cui poco alla volta abbiamo bruciato i nostri risparmi e cominciato a vivere di debito». Questo ci ha esposto a crisi ricorrenti: «Ogni volta che c’è una recessione, facciamo sempre la stessa cosa: pompiamo soldi nel mercato e diciamo che vogliamo tagliare le spese. Ma la ripresa si alimenta spendendo, le nostre spese fanno crescere la domanda, i Paesi emergenti ne approfittano aumentando la produzione per moltiplicare l’offerta, e questo fa salire i costi delle materie prime come il petrolio. Di conseguenza tutti i prezzi aumentano, compresi quelli del cibo, e quindi ci ritroviamo in breve in una nuova situazione insostenibile, tornando a fare affidamento sul debito per soddisfare le nostre esigenze. Così non ne verremo mai fuori». Quindi aveva concluso: «La crisi finirà solo quando cambieremo il nostro paradigma economico. Dobbiamo passare dalla Seconda rivoluzione industriale alla Terza, per smettere di consumare le ricchezze del passato e tornare a produrre liberando la nostra creatività». Ora il libro è in uscita, le anticipazioni circolano in rete, e si può leggere cosa intende.
Energia nuova «La gestione dell’energia - scrive Rifkin - forma la natura della civiltà. Come è organizzata, come i frutti del commercio sono distribuiti, come viene esercitato il potere politico e le relazioni sociali. Il controllo di produzione e distribuzione dell’energia si sta spostando dalle gigantesche compagnie centralizzate basate sui combustibili fossili, a milioni di piccoli produttori che generano le loro energie rinnovabili e commerciano i surplus».
«La nuova era porterà una riorganizzazione dei rapporti di potere a tutti i livelli. Mentre la Prima e la Seconda rivoluzione favorivano centralizzazione e verticalizzazione, con strutture organizzative che operavano nei mercati dall’alto in basso, la Terza si muove per vie laterali, preferendo i modelli di business collaborativi che funzionano meglio nei network. La "democratizzazione dell’energia" ha profonde implicazioni su come orchestriamo l’intera vita umana. Stiamo entrando nell’era del "capitalismo distribuito". Il rapporto da avversari tra venditore e compratore è sostituito dalla relazione collaborativa fra fornitore e utilizzatore».
Nuovi modelli «Il capitalismo distribuito introduce modelli nuovi, inclusa la stampa tridimensionale nel settore manifatturiero, e le imprese che condividono i risparmi di scala nel campo dei servizi, capaci di ridurre enormemente i capitali, l’energia e i costi del lavoro, incrementando la produttività».
La politica «La Terza rivoluzione cambia il business, ma anche la politica. C’è un nuovo atteggiamento mentale nelle generazioni di leader socializzati via Internet. La loro politica non riguarda più lo scontro fra destra e sinistra, ma tra il modello autoritario e centralizzato e quello distribuito e collaborativo».
«Mentre Prima e Seconda rivoluzione erano accompagnate dalle economie nazionali e dalla governance della nazione-stato, la Terza, essendo distributiva e collaborativa per natura, progredisce lateralmente e favorisce le economie e le unioni governative continentali».
Geopolitica e biosfera «L’era intercontinentale trasformerà le relazioni internazionali dalla geopolitica alla politica della biosfera. Nella Prima e Seconda rivoluzione, la Terra era concepita in maniera meccanica e utilitaristica. Era vista come contenitore di risorse utili, pronte per essere appropriate a fini economici, e gli stati nazione erano formati per competere e assicurarsi il loro controllo. Il passaggio verso le energie rinnovabili ridefinirà la nozione delle relazioni internazionali lungo le linee del pensiero ecologico... La biosfera ci porta da una visione coloniale della natura, come nemico da saccheggiare e schiavizzare, a una nuova visione della natura come comunità condivisa da proteggere. Il valore utilitaristico della natura sta facendo spazio al suo valore intrinseco. Questo è il significato profondo dello sviluppo sostenibile».
Addio Adam Smith «Sui mercati, i vuoti scambi di proprietà sono stati parzialmente rovesciati dall’accesso condiviso ai servizi commerciali nei network open-source. Gran parte dell’economia, come viene insegnata oggi, è sempre più irrilevante per spiegare il passato, capire il presente e prevedere il futuro».
L’istruzione «Preparare la forza lavoro e la cittadinanza per la nuova società richiederà di ripensare i modelli tradizionali di istruzione, con la loro enfasi sul rigido insegnamento e la memorizzazione dei fatti. Nella nuova era globalmente connessa la missione primaria dell’istruzione sarà preparare gli studenti a pensare e agire come parte di una biosfera condivisa. L’approccio dominante dell’insegnamento dall’alto al basso, che ha l’obiettivo di creare un essere competitivo e autonomo, sta dando spazio ad una istruzione "distribuita e collaborativa". L’intelligenza non è qualcosa che si eredita o una risorsa da accumulare, ma piuttosto un’esperienza comune distribuita tra le persone».
La nuova qualità della vita «La Terza rivoluzione cambia il nostro senso della relazione e la responsabilità verso gli altri esseri umani. Condividere le energie rinnovabili della Terra crea una nuova identità della specie. Questa coscienza di interconnettività sta facendo nascere un nuovo sogno di "qualità della vita", soprattutto tra i giovani. Il sogno americano si colloca nella tradizione illuministica, con la sua enfasi nella ricerca del proprio interesse materiale. Qualità della vita, però, parla di una nuova visione del futuro, basata su interesse collaborativo, connettività e interdipendenza. La vera libertà non sta nell’essere slegato dagli altri, ma in profonda partecipazione con essi. Se la libertà è l’ottimizzazione di una vita, essa si misura con la ricchezza e la diversità delle esperienze di ciascuno, e la forza dei suoi legami sociali. Una vita vissuta meno di così è un’esistenza impoverita».

martedì 30 agosto 2011

Chiarelettere: "La lobby di Dio" - Ferruccio Pinotti




Ferruccio Pinotti presenta "La lobby di Dio". Fede, affari e politica: la prima inchiesta su Comunione e Liberazione e la Compagnia delle Opere.

domenica 19 giugno 2011

Libri - Dioniso crocifisso (Saggio sul gusto del vino nell'era della sua produzione industriale) (scanagatta)

Libri - Dioniso crocifisso (Saggio sul gusto del vino nell'era della sua produzione industriale) (scanagatta)

"Nelle società dove i poteri della tecnologia e del marketing non esercitavano un dominio incontrastato, la formazione della sensibilità del gusto poteva godere di un maggiore spazio di libertà. Il mondo della vigna e del vino, nonostante ciò che ancora li lega alla natura, sono oggi sottoposti a trasformazioni che vengono spesso ignorate proprio da chi beve e apprezza il vino. Trasformazioni delle tecniche di vinificazione e delle forme di coltivazione che, oltre a modificare il gusto dei vini, incidono soprattutto sulla facoltà individuale di giudicarli. L'estensione dei sapori e le innumerevoli sfumature dei profumi provenienti dai diversi terroir potevano rappresentare un antidoto alla proliferazione degli aromi, tanto violenti quanto semplici, promossi dall'industria agro-alimentare".

mercoledì 15 giugno 2011

Attualita' - Archeologia: nave romana di 2mila anni fa aveva il medico a bordo (scanagatta)

Attualita' - Archeologia: nave romana di 2mila anni fa aveva il medico a bordo (scanagatta)

Una nave romana rinvenuta al largo delle coste toscane, vicino Piombino (Livorno), aveva il medico a bordo, con tanto di cassetta del pronto soccorso. Il relitto e' stato scoperto nel 1974, ma la novita' e' emersa solo da poco, come rende noto il 'Corriere della Sera'. Il veliero, noto come il 'relitto del Pozzino' dal luogo in cui e' stato trovato, e' lungo 15 metri e largo 3, e trasportava anfore, brocche, coppe di vetro, ceramiche, lucerne, tutte provenienti da Paesi del Mediterraneo orientale e dell'Asia Minore. Affondo' tra il 140 e il 120 avanti Cristo nel Golfo di Baratti.
(...)

Libri - Archeologia e metro, le scoperte di Roma (scanagatta)

Libri - Archeologia e metro, le scoperte di Roma (scanagatta)

L'Ateneo di Adriano, che potra' essere in parte riportato alla luce in piazza Venezia, tra il palazzo delle Generali e la Chiesa della Madonna di Loreto, ma anche una officina metallurgica altomedievale, chissa' forse addirittura la zecca di Teodorico, riscoperta nella stessa zona, insieme a tanti altri dati che arricchiscono la conoscenza della storia e della topografia antica. Con i suoi 39 chilometri di gallerie e collegamenti verticali nel sottosuolo della capitale, i lavori per la realizzazione della linea C della metropolitana sono stati anche un'occasione altrimenti impensabile per l'archeologia.

giovedì 2 giugno 2011

Un saggio sul rapporto degli uomini con l’erotismo. Condizionato da modelli "eroici" ma svelato dai grandi scrittori

La Repubblica 30.5.11
I maestri del desiderio
Da Che Guevara a Roth. Miti e fantasie maschili
Un saggio sul rapporto degli uomini con l’erotismo. Condizionato da modelli "eroici" ma svelato dai grandi scrittori
Franco La Cecla

Il romanzo di Hanif Kureshi Ho qualcosa da dirti è la storia di uno psicanalista londinese che parla di sé, di tutto l´ambiente londinese di questi anni e del suo migliore amico, un regista, Henry. Sono entrambi sulla cinquantina ed entrambi "risentono" di amori e matrimoni andati a male o semplicemente perduti. L´amico ha "perso" il desiderio e la cosa che più gli brucia è che vive con il figlio ventenne che invece rimorchia quasi ogni sera una nuova partner. Lo psicanalista dice a Henry che non c´è da preoccuparsi, il desiderio è inestinguibile, può diventare invisibile, assentarsi per un po´, ma alla fine vince lui. E di sé racconta che la forma maggiore di perversione può essere proprio la castità, il rinunciare perché tutto è troppo complicato e più si diventa grandi e più si sentono le risonanze, le smarginature, le ricadute e le conseguenze del desiderio. Come se il nostro corpo si ingrandisse in maniera spropositata, tanto da impedirci il contatto con altri corpi. Soprattutto questa osservazione è degna di nota. C´è un peso psichico del corpo che cambia con le fasi della vita. Il corpo diventa molto di più abitato, diventa molto di più "io" dall´interno. Per questo gli è più difficile oggettivarsi, darsi come se fosse un oggetto che può essere affidato a mani altrui. Forse le donne sono più capaci di questa trasformazione, mentre gli uomini, destinati apparentemente a prendere, riescono a farsi prendere solo come dei narcisi, ma non ad abbandonare il peso di un corpo che li trascina verso l´introspezione. C´è in tutto questo un analfabetismo maschile, ma anche molto pudore. Gli uomini non sono capaci di giocarsi il narcisismo all´esterno, di farne una cosmetica. Il pudore maschile è sicuramente l´aver anche paura di essere risucchiati da un corpo materno, e più gli uomini vanno avanti nella vita e più la cosa risulta pericolosa.
Ma a parte questa spiegazione c´è una componente antropologica: gli uomini spesso non sanno come "modulare" il proprio corpo rispetto al desiderio che cambia. Sono abituati a una logica di performance, per cui se questa logica cambia è l´immagine del proprio corpo che non vi si adatta. Siamo in una società che offre pochi modelli capaci di evolvere. Dal divano Dolce e Gabbana si passa al divano Hermès, ma non a modelli di uomini che si trasformano, maturano, invecchiano. Siamo vittime di un giovanilismo che è radicato nella nostra cultura molto profondamente, che ha radici nel modello cristiano di uomo, in un giovane trentatreenne che non è mai invecchiato e che ci ha lasciato un prototipo, un modello, che è anche diventato un modello di genere, un modello di uomo. Un recente libro uscito negli Stati Uniti cerca di capire che influenza ha avuto Clint Eastwood nel modello di mascolinità americana. Sicuramente molta, per quello che riguarda un uomo dai "modi bruschi" che cerca di mantenere una sua integrità, che cerca di tornare a una visione di uomo come modello di comportamenti dignitosi. Siamo ancora all´interno di un discorso da "eroe".
Un modello che da Gesú Cristo a Garibaldi e a Che Guevara non propone direttamente una relazione con il corpo femminile, anzi la sfugge per proporsi come poco raggiungibile. Il corpo dell´eroe non fa l´amore, se non per "riposarsi". Una forma di fuga dalla performance anche questa. I corpi maschili nell´amore sono quelli del Don Giovanni, quelli del trickster, da Peer Gynt a tutti i giovani dei romanzi di formazione. Sono corpi "fissati" in una postura, congelati in un´epica della fuga o del furto, della vittoria sulla donna che vorrebbe prenderli.
Inconsumabili e per questo incapaci di trasformarsi, di farsi modellare dalle carezze femminili. (...)
Una delle tragedie della mascolinità contemporanea è l´incomunicabilità tra generazioni diverse di uomini. I ventenni non parlano con i trentenni, i sessantenni con i quarantenni e via dicendo, nessuno fa tesoro dei fallimenti e dei tentativi, dei balbettii e delle gioie acquisite. Si parla sì di molte cose tra uomini, ma molto poco di cosa si tratta quando è in ballo il desiderio, il suo esprimersi, il suo nascondersi, il suo ritrarsi. Non che gli uomini debbano fare gruppi di autocoscienza, perché "medicalizzare" il desiderio trasformarlo in problema di cui parlare fa smarrire la vera "terapia del desiderio", che è il modo di non esserne travolti, ma quello di riuscire a fare sull´onda che trascina un po´ di difficile divertente surf. Eppure tra le impotenze e le paure di impotenza dei ventenni e quelle dei cinquantenni ci sono molti punti in comune, molte cose che potrebbe creare complicità, commozioni, comunioni. Una delle prime cose da dirsi sarebbe il modo con cui si è imparato a fare i conti con i propri limiti e con la propria fantasia. (...)
Nel romanzo di Philip Roth Il professore di desiderio c´è un altro tema, quella crudeltà del desiderio che fa sí che esso fluttui, possa svanire e trasformare l´oggetto della più violenta passione in un oggetto del tutto indifferente. Roth in tutta la sua opera ha raccontato con estrema onestà queste cifre del desiderio maschile. È probabile che questo "cinismo" sia legato alla rivoluzione sessuale degli anni ´70, in cui gli uomini per primi lasciavano cadere modelli morali per assumere l´idea del sesso al di sopra di ogni ragione. E le donne hanno seguito e poi hanno preso a volte il sopravvento. C´è una componente epocale che ha ripulito il desiderio di ogni ipocrisia, ma che ha influito in maniera potentemente negativa sulle relazioni.
Non si può fare la morale al desiderio, questo è uno dei messaggi di Philip Roth, ma certamente il desiderio è iscritto in una sua etica. Ed è quella che non accetta le regole della solitudine e del narcisismo fino in fondo. La forza che ci spinge fuori di noi è una forza a "evaderci", nel senso dell´evasione secondo Lévinas. Il desiderio ci fa dire "uffa" rispetto al tenere tutto sotto mano, tutto sotto controllo. Nella fantasia più spinta c´è la traccia che qualcuno ha lasciato sulla nostra pelle. Il problema oggi è come trattare tutto questo con un discreto ottimismo, con la speranza che da un lato il desiderio faccia sentire le sue ragioni e dall´altro che queste ragioni non vengano banalizzate, ridotte a puri sfoghi di esseri intasati. È possibile e le età del desiderio aiutano in questo senso, perché nelle sue variazioni si trovano la ricchezza, l´inesauribilità, l´ambiguità ricca di malintesi di cui abbiamo bisogno per rischiare la vita nelle relazioni.
(Il brano è tratto da "Il punto G dell´uomo" pubblicato da Nottetempo)