venerdì 24 febbraio 2023

travaglio

 Travaglio


Robusto atleta con sudori, e stenti

Nel foco, in terra, e in mar fissa la mano ;

Or vicino tel vedi, ed or lontano

Tra mille diversissimi strumenti.

Or la penna, or l’aratro, ed ora a venti

Dispiega i lini, e par, che il credi insano,

Al mare, al fiume, al bosco, al monte, al piano

Non tragge mai da suoi sudor contenti.

Rapido a questo, e a quel par che s’appiglia,

Par che di tutto prende ei sol governo

Ratto così che fa inarcar le ciglia.

Il nemico comune in esso io scerno,

E se saper chi fia genio consiglia :

Esso è il Travaglio all’nom compagno eterno.


Andrea Salomone, Mitologia iconologica, 1841


giovedì 23 febbraio 2023

Cesare Lombroso - In Calabria

 Cesare Lombroso - In Calabria

In Calabria (Catania, Giannotta) presenta molte osservazioni curiose che il signor Cesare Lombroso, trentacinque anni fa in Calabria, ha raccolto sulle abitudini, la letteratura e le tradizioni di questa provincia. Molte di queste ricerche hanno un interesse notevole, soprattutto quando Lombroso ci offre esempi del dialetto delle antiche colonie greche stabilitesi in Calabria. Tuttavia, è un peccato che non abbia tentato di approfondire maggiormente la sua ricerca e abbia invece trattato argomenti così disparati e importanti che uno solo avrebbe potuto essere sufficiente per la sua opera. Ci parla di questioni letterarie, patologia, criminalità, igiene e folclore del paese, il che, alla lunga, ci dà l'impressione di un lavoro senza un chiaro obiettivo.


Mercure de France, 1898


mercoledì 22 febbraio 2023

Sul laghetto di Arqua

 Guido Mazzoni.

Sul laghetto di Arqua


Sul laghetto di Arquà (cannucce integre

Gli fan cintura e trepidanti pioppi),

Secure da le reti e da gli schioppi,

Pispole, capinere e cingallegre

*

Cinguettan quanto è il dì ; ma se le negre

Ombre sgombrano il ciel, par che si addoppi

La gioia di lor vita, e suonan scoppi

Gai di trilli e un frullar d’ale allegre.

*

Spesso scendea giù pe’ sentieri molli

Esso il Petrarca, e qui si assise e tacque

A udir del santo suo la voce acerba.

*

Ahi, con sospiri ei videva altre acque

Nel memoro pensiero ed altri colli !

E aperto il libro gli sfuggia su l’erba.


giovedì 16 febbraio 2023

Lara mito e racconto

Lara  mito e racconto

il mito:

Lara, una Naiade, figlia del fiume Almone, andò a informare Giunone che Giove era innamorato di Giuturna. Il dio, irritato, le fece tagliare la lingua e diede ordine a Mercurio di condurla agli inferi; ma durante il viaggio, Mercurio, innamorato della bellezza di questa ninfa, se ne fece amare e ne ebbe due figli chiamati Lari, dal nome della loro madre

il racconto:

Titolo: La Naiade e il Messaggero


Lara è una Naiade solitaria che vive in un fiume di montagna, circondata dalla bellezza della natura e dalle acque limpide del fiume. Un giorno, Mercurio, il messaggero degli dèi, si perde nei boschi circostanti e incontra la giovane naiade. I due iniziano a parlare e a conoscere l'uno l'altro, e scoprono di avere molto in comune, nonostante le loro diversità.


Lara e Mercurio si innamorano e cominciano a vivere una vita felice, lontani dagli altri dèi e dal loro potere, nell'armonia della natura. Tuttavia, la felicità della coppia viene interrotta quando Giunone, regina degli dèi, manda Mercurio a portare un messaggio agli inferi. Il messaggero degli dèi, costretto ad obbedire alla regina, parte per la sua missione, lasciando Lara sola e preoccupata.


Nel frattempo, Giove, il re degli dèi, si innamora di Giuturna, una ninfa dei laghi. Giunone, gelosa e arrabbiata, cerca di distruggere l'amore dei due amanti e ordina a Lara di portare la notizia a Plutone, dio degli inferi, che Giove si è innamorato di una delle sue figlie.


Lara, con il cuore spezzato per la partenza di Mercurio e preoccupata per l'amata di Giove, parte per la sua missione. Lungo il cammino incontra molti pericoli, ma grazie alla sua forza e alla sua intelligenza, riesce a superare tutte le difficoltà.


Quando Lara arriva agli inferi, incontra Plutone e gli racconta la notizia dell'amore di Giove per Giuturna. Plutone, arrabbiato, ordina a Lara di restare con lui e di diventare sua sposa. Lara, costretta dalle circostanze, accetta la proposta, ma continua a pensare al suo amato Mercurio e al suo amore per lui.


Mercurio, nel frattempo, ha completato la sua missione e sta tornando da Lara. Quando arriva, scopre che la sua amata è stata rapita da Plutone. Con l'aiuto degli altri dèi, Mercurio riesce a penetrare negli inferi e a liberare Lara. I due amanti finalmente si riuniscono e giurano di non separarsi mai più.


Il loro amore, nato dalle acque del fiume Almon, resistito alle difficoltà del viaggio e alle insidie degli dèi, è un esempio di come l'amore vero possa superare ogni ostacolo e trionfare su ogni avversità.


sabato 11 febbraio 2023

figli del sole iperboreo - la primavera nordica dei Veneti - dei celti e...

presentazione del libro
Figli del sole iperboreo
la primavera nordica dei Veneti, dei celti e dei primi europei
Aurelio La Scala Marchesan

dalla quarta di copertina
Guardati bene da cultura imposta e cerca credenze; sono prigioni per la mente.
La storia viene scritta dai vincitori e le religioni creano dogmi contro la vera spiritualità delle origini, ma la verità non la conosce nessuno, o meglio, viene interpretata spesso in modo soggettivo.
Questo libro è una raccolta di studi personali, opinioni e notizie tratte da fonti biografiche ed esperienze di ricerca alternativa, fuori dagli schemi accademici, in tema controstorico e antibiblico; libero dal prepotente imporsi del sapere scolastico accettato come tale.
Rifiutando il modello artificioso-giudaico Cristiano, a cui si è piegata la cultura di massa, e le teorie 
antropologiche classiche, rivediamo la genesi delle genti europee dal mito degli iperborei, gli dei antenati venuti da settentrione. In particolar modo dei veneti e Dei Celti, quali popoli nativi della prima Europa, venuti da comuni antenati calati del nord nottetempo, di cui gli sconosciuti iperborei furono gli antichi padri, menzionati tra storici e intellettuali di ogni tempo.
 
nota:
Il mito degli iperborei è un antico racconto che risale alla mitologia greca. Questi eroi mitologici sono stati descritti come un popolo di esseri umani perfetti e immortali che abitavano in un luogo lontano e incontaminato situato al di là delle terre conosciute, al di là del vento boreale.

Gli iperborei erano famosi per la loro bellezza, saggezza e virtù, e venivano descritti come un popolo molto felice e pacifico. La loro vita era serena e priva di preoccupazioni, e si diceva che godessero di un'eterna giovinezza e salute perfette.

Questo mito ha influenzato molte culture diverse, inclusi Greci, Romani, Celti e Germani, e ognuno di essi ha sviluppato la propria versione del mito degli iperborei. per i Greci, gli iperborei erano associati con la divinità Apollo, che veniva considerato il loro protettore.

Per molti antichi pensatori, il mito degli iperborei rappresentava un'utopia, un luogo ideale dove la pace, la felicità e la perfezione erano presenti in abbondanza. Questo mito ha continuato a esercitare una forte attrazione sulla cultura e sulla letteratura a lungo dopo la fine dell'antichità, e il suo fascino persiste ancora oggi.