venerdì 2 giugno 2023

Venezia - Come danneggiamo la bellezza della città?

Venezia - Come danneggiamo la bellezza della città? 

Mercure de France, 1900

Il pericolo - leggiamo - è che questa prosperità rinata risvegli il vandalismo degli ingegneri, stimoli l'amor proprio delle amministrazioni, più distruttivo della loro indolenza. E naturalmente, a nome dell'igiene, e al fine di garantire questa rapidità delle comunicazioni "imposta - seguendo la fallace formula - dalle nuove esigenze", sono stati stabiliti progetti che si riassumono così: demolizione, sgombero di alcuni quartieri; ampliamento di vicoli e calli; costruzione di un viadotto che, partendo dalla costa di Mestre, permetterebbe di raggiungere Venezia non solo a piedi, ma anche in auto e soprattutto in bicicletta!


Si sa che Venezia è già collegata alla terraferma da un ponte ferroviario che attraversa le lagune e il mare per quasi quattro chilometri. Ora i sostenitori del progetto ti dicono subdolamente: "Come danneggiamo la bellezza della città? Abbiamo già questo viadotto che, tra parentesi, porta le locomotive al bordo del Canal Grande, all'estremità di Venezia, senza che da nessun punto, se non dall'alto del Campanile, si possa sospettare l'esistenza di una ferrovia. Semplicemente lo si duplica con un altro viadotto per la strada carrozzabile, e la città ne guadagna, senza essere toccata, comunicazioni con la terra complete e facili. Per quanto riguarda le poche baracche che si possono abbattere e i vicoli che si vogliono allargare qua e là, è una semplice misura igienica per pulire quartieri senza interesse!


Si riconoscono qui gli argomenti dolciastri, "avanti la lettera", dei signori ingegneri - che ci hanno valso l'abbattimento dell'Esplanade des Invalides. Purtroppo, stanchi di lottare, molti artisti anche si lasciano prendere.

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