martedì 25 marzo 2008

La Chiesa e il crimine della pedofilia: anche per il nostro Paese è il momento della verità

L’Unità 25.3.08
Dopo «Sex, crimes and Vatican», documentario Bbc, e in attesa del processo a don Gelmini, Vania Lucia Gaito raccoglie in un libro le voci delle vittime
La Chiesa e il crimine della pedofilia: anche per il nostro Paese è il momento della verità
di Emiliano Sbaraglia

«Crimen sollicitationis» è la direttiva che dal ‘62 ha tacitato lo scandalo

Ricostruzione molte volte esemplare attenta ai gesti alle parole all’ambiente

Dal 13 marzo è in libreria Viaggio nel silenzio. I preti pedofili e le colpe della Chiesa (chiarelettere, pp.273, €13), un’inchiesta che colpisce cuore e stomaco del lettore, scritta da Vania Lucia Gaito, collaboratrice del blog di controinformazione «Bispensiero» per il quale, nel maggio del 2007, ha sottotitolato il documentario trasmesso per la prima volta dalla Bbc dal titolo Sex, Crimes and Vatican, al centro di una infuocata puntata di Anno Zero sul tema della pedofilia negli ambienti e tra i rappresentanti del mondo cattolico. Un dramma sociale, oltre che etico e morale, che ora questo libro colloca senza vie di fuga anche nel nostro paese, toccato nel profondo attraverso una serie di testimonianze dirette aumentate in maniera esponenziale in questo ultimo anno.
La realtà dei fatti è stata tenuta nascosta dal Vaticano per decenni, grazie soprattutto allo strumento del Crimen sollicitationis, documento scritto in latino, dunque destinato in primis soltanto agli «addetti ai lavori» (come nelle migliori abitudini della peggiore tradizione ecclesiastica) attraverso il quale, a partire dal 1962, le autorità ecclesiastiche recapitano ai vescovi di tutto il mondo una sorta di vademecum, con l’intento di non rendere pubbliche notizie e informazioni che potrebbero mettere sotto accusa di pedofilia preti e altre categorie clericali, almeno fino a quando ad indagare non sia stata per prima la Chiesa stessa; di questo documento, per circa vent’annim si è principalmente occupato l’allora cardinale Ratzinger, verificandone il funzionamento e il rispetto da parte dei vescovi dei dettami in esso contenuti.
Qualcosa sembra si stia finalmente muovendo in direzione della scoperta di molte verità sinora occultate, e una dimostrazione ne è anche la pubblicazione di questo volume, che raccoglie con impressionante meticolosità le voci le storie di coloro che hanno avuto la forza e il coraggio di superare paure e rimozioni più o meno volontarie, per raccontare i particolari agghiaccianti di vite per sempre segnate da terribili esperienze, fisiche e psicologiche.
Pescando nel torbido bosco delle numerosissime testimonianze contenute nel libro, si incontra tra le altre la vicenda che ha coinvolto Don Gelmini, tornata alla ribalta delle cronache nazionali pochi mesi fa. A proposito della quale si ricordano anche le strenue difese che alcuni organi di informazione hanno ospitato, come quella di Vittorio Messori, che su La Stampa dell’undici agosto scorso non aveva remore nello scrivere frasi di questo tenore: «E allora? Se Don Gelmini avesse toccato qualche ragazzo? E poi su quali basi la giustizia umana santifica l’omosessualità e demonizza la pedofilia?» (p.44).
In questa Italia così tanto impegnata a difendere i valori della vita sin dal suo concepimento, forse sarebbe il caso di porre una certa attenzione e impegnarsi con la stessa solerzia anche a difesa della sorte di tanti bambini e adolescenti, colpiti e violentati nel corpo e nella mente da chi del loro corpo e della loro mente dovrebbe occuparsi in ben altro modo.
Una battaglia tanto sofferta quanto complessa, che il lavoro di Vania Lucia Gaito dimostra essere non più rinviabile a data da destinarsi.