domenica 5 marzo 2023

Gli Schiavi in Italia

Gli Schiavi in Italia 

(Bulletin de la Société contre la mendicité des enfants, agosto)

R. de Bury 

Mercure del France  1898


La schiavitù, ora limitata ai bambini, è rimasta molto tradizionale in Italia; il lavoro nelle miniere non viene concepito altrimenti. Un giovane schiavo, destinato al mestiere di caruso, di trasporto minerario, in Sicilia vale da 50 a 300 lire, a seconda dell'età e della forza. Qualche anno fa, il signor Rossi scese in una miniera di zolfo con un deputato e queste sono le sue impressioni veramente infernali:


"Entrambi, arrivati là, notarono una collezione di nani completamente nudi, dalla schiena curva, dalle gambe storte e dai piccoli visi vecchi. Erano i carusi di uno stabilimento che impiegava tredicimila operai. Due di questi bambini presero delle lampade e servirono da guide ai visitatori.


Cominciammo a scendere, disse il signor Rossi, piegandoci e aggrappandoci con le mani alla volta. Le scale, scavate nel terreno, sono molto irregolari, a volte alte e a volte basse, umide e scivolose. Vedemmo i carusi che risalivano piegati sotto il peso dello zolfo. Poi sentimmo gemiti angosciosi. Erano le lamentele di questi miseri, che diventavano sempre più distinti man mano che ci avvicinavamo; erano i gemiti di giovani creature affannate e oppresse, che non avevano più la forza di camminare e che dovevano tuttavia avanzare a ogni costo, per paura che il minatore non le stimolasse con colpi di bastone o bruciando loro i polpacci con una lampada. Fermammo alcuni di questi bambini e constatammo che avevano la pelle delle spalle e tutta la schiena escoriata, rossa e coperta di calli, cicatrici e lividi."


Il signor Rossi sentì uno di loro dire piangendo a un compagno:


"Sono così stanco che non posso più; sto per gettare il mio sacco a terra! E infatti, era stato sconfitto dalla fatica. Dopo aver deposto il suo carico, piangeva silenziosamente, accovacciato su un gradino. Aveva gli occhi bluastri, le palpebre arrossate e grosse lacrime rotolavano sulle sue guance livide.


"Nella mia carriera di giornalista", disse il signor Rossi, "nei miei viaggi, ho visto fucilare, impiccare, linciare, massacrare; ho visto scene orribili di ogni genere e morti di ogni tipo: non ho visto nulla che mi abbia colpito tanto!


"I poveri piccoli cercano spesso di fuggire. Guai a chi il suo padrone riuscirà a riprendere! Più di un caruso muore colpito, e gli altri operai non intervengono. 'È il diritto del padrone!' dicevano i minatori a M. Rossi, che si indignava per la loro impassibilità."