Reinhold Merkelbach
I Misteri di Dioniso
Ecig, Genova, 1991
Nietzsche parla di Dioniso come del dio delle passioni violente e sfrenate: le sue Menadi danzavano sui monti solitari, dilaniavano gli animali sacrificali divorandoli crudi. Ma questo "dio della tragedia" per i Greci o i Romani dell'età imperiale aveva tratti molto più inoffensivi. Era il dio degli alberi da frutto, del vino, dell'eterna palingenesi del ciclo delle stagioni. I suoi seguaci celebravano feste pastorali nei campi: Dioniso era il dio della pace e dell'Età dell'Oro. La più grande festa in suo onore coincideva con la vendemmia e la pigiatura dell'uva, la sua religione predicava il benessere, l'armonia, era culto della Bellezza. Si trattava comunque di un grande culto misterico, tanto segreto che di esso non è restato alcun testo sacro. Era una religione non scritta che per natura si prestava ad essere tramandata per immagini più che per parole. La novità di questo libro sta nel ricostruire il culto misterico di Dioniso attraverso le iconografie dionisiache pervenuteci e nel metterlo a confronto con la famosa storia d'amore di Dafni e Cloe, il romanzo pastorale di Longo che tanto influenzò la poesia arcadica, scoprendo che esso non è altro che una versione letteraria dei misteri di Dioniso.
I Misteri di Dioniso
Ecig, Genova, 1991
Nietzsche parla di Dioniso come del dio delle passioni violente e sfrenate: le sue Menadi danzavano sui monti solitari, dilaniavano gli animali sacrificali divorandoli crudi. Ma questo "dio della tragedia" per i Greci o i Romani dell'età imperiale aveva tratti molto più inoffensivi. Era il dio degli alberi da frutto, del vino, dell'eterna palingenesi del ciclo delle stagioni. I suoi seguaci celebravano feste pastorali nei campi: Dioniso era il dio della pace e dell'Età dell'Oro. La più grande festa in suo onore coincideva con la vendemmia e la pigiatura dell'uva, la sua religione predicava il benessere, l'armonia, era culto della Bellezza. Si trattava comunque di un grande culto misterico, tanto segreto che di esso non è restato alcun testo sacro. Era una religione non scritta che per natura si prestava ad essere tramandata per immagini più che per parole. La novità di questo libro sta nel ricostruire il culto misterico di Dioniso attraverso le iconografie dionisiache pervenuteci e nel metterlo a confronto con la famosa storia d'amore di Dafni e Cloe, il romanzo pastorale di Longo che tanto influenzò la poesia arcadica, scoprendo che esso non è altro che una versione letteraria dei misteri di Dioniso.