Cupole, obelischi, archi trionfali, piante e animali: viaggio nei simboli e nei miti dell’antica Roma
Il viaggio potrebbe incominciare dal fico ruminale e dalla cesta con Romolo e Remo, destinati a morire come frutti illegittimi della vestale Rhea Silvia. La cesta «non venne trascinata dalla corrente impetuosa del Tevere che era straripato lambendo il Palatino, ma si arenò miracolosamente in un’insenatura fangosa, proprio sotto il fico selvatico», in un luogo dove era venerata Rumina, dea che presiedeva all’allattamento. Così il fico venne chiamato ruminale. Cupole, obelischi, archi trionfali, ma anche piante e animali, dal mitico fico selvatico alle salamandre sulla facciata di San Luigi dei Francesi. Tutta Roma è una costellazione di simboli che attraversano tre millenni di storia, spesso celati in monumenti che sembrerebbero pure decorazioni: come la fontana delle Tartarughe che idealmente raffigura il motto coniato da Augusto, «Festina lente» ovvero «Affrettati lentamente», ispirato a una massima di Aristotele secondo la quale si deve rapidamente mettere in pratica ciò che si è deliberato, ma soltanto dopo aver riflettuto lentamente. Alfredo Cattabiani, studioso di simbolismo e di tradizioni popolari, ricostruisce nel suo libro la mappa dei simboli fondamentali di Roma rivisitando anche i miti ad essi collegati, da quelli della fondazione della città fino alle leggende meioevali.
SIMBOLI, MITI E MISTERI DI ROMA, di Alfredo Cattabiani, Newton & Compton editori, euro 8,90
dal "Corriere della Sera"
Il viaggio potrebbe incominciare dal fico ruminale e dalla cesta con Romolo e Remo, destinati a morire come frutti illegittimi della vestale Rhea Silvia. La cesta «non venne trascinata dalla corrente impetuosa del Tevere che era straripato lambendo il Palatino, ma si arenò miracolosamente in un’insenatura fangosa, proprio sotto il fico selvatico», in un luogo dove era venerata Rumina, dea che presiedeva all’allattamento. Così il fico venne chiamato ruminale. Cupole, obelischi, archi trionfali, ma anche piante e animali, dal mitico fico selvatico alle salamandre sulla facciata di San Luigi dei Francesi. Tutta Roma è una costellazione di simboli che attraversano tre millenni di storia, spesso celati in monumenti che sembrerebbero pure decorazioni: come la fontana delle Tartarughe che idealmente raffigura il motto coniato da Augusto, «Festina lente» ovvero «Affrettati lentamente», ispirato a una massima di Aristotele secondo la quale si deve rapidamente mettere in pratica ciò che si è deliberato, ma soltanto dopo aver riflettuto lentamente. Alfredo Cattabiani, studioso di simbolismo e di tradizioni popolari, ricostruisce nel suo libro la mappa dei simboli fondamentali di Roma rivisitando anche i miti ad essi collegati, da quelli della fondazione della città fino alle leggende meioevali.
SIMBOLI, MITI E MISTERI DI ROMA, di Alfredo Cattabiani, Newton & Compton editori, euro 8,90
dal "Corriere della Sera"