SICILIA - Nove strutture già associate e volumi dedicati ai "cicli" del pane e dell´olio
MARCELLA CROCE
24 marzo 2007, LA REPUBBLICA, PALERMO
IL CONSORZIO DEI MUSEI CONTADINI
In Sicilia l´esagerazione è d´obbligo. Eccessiva la proporzione dei templi greci, eccessivo l´oro dei mosaici, eccessivo il barocco che un po´ dappertutto, prepotente e delicato al tempo stesso, si insinua fra le catapecchie dei centri storici. Ma, proprio accanto al fasto e alla smodatezza, convisse per secoli anche una società improntata a grande, forse anch´essa eccessiva, frugalità. Alla società contadina, sono ispirati decine di musei sparsi per tutta l´Isola; nove di essi qualche anno fa hanno deciso di unirsi in un consorzio che è stato formalizzato nel 2005 e che adesso comprende anche otto comuni delle province di Siracusa e Ragusa, sette associazioni culturali e due Gal (Gruppi Azione Locale), Val D´Anapo e Co. P. A. I.
Alla società contadina, proprio in questa zona, si appassionò per la sua intera vita un antropologo che a quel mondo apparteneva, Antonino Uccello.
In questo intenso programma di protezione delle tradizioni popolari, si inserisce, con il patrocinio della Regione Siciliana, il progetto "Il Museo è scuola", con la nuova serie degli "Itinerari didattici nei musei etnografici Iblei", il primo dei quali, il "Ciclo del grano", già pubblicato, è stato presentato al Museo Internazionale delle Marionette di Palermo. Il volume è stato curato da Gaetano Pennino e Rosario Acquaviva, che sono già al lavoro con il successivo "Ciclo dell´olio", che sarà presto possibile aggiungere al medesimo fascicolo.
I tetti sono sfondati e i rovi hanno invaso i bagli un tempo affollati di gente e di animali al lavoro, e noi assistiamo impassibili a questa tragedia che, reputiamo inevitabile. Ci siamo così tutti assuefatti al crollo di una civiltà che è poi anche il crollo di una cultura: eppure le numerose masserie oggi trasformate in agriturismi la domenica sono gremite di cittadini che evidentemente desiderano, comodamente seduti a tavola, gustare le gioie della campagna. Tanto cittadini da non chiedersi neppure se quei bagli avessero mai avuto altro uso che quello di posteggio per le loro vetture e che pochissimo conoscono sull´uso degli strani strumenti arrugginiti che agonizzano appesi sui muri, tanto estranei essi ormai sono a ciò che accadeva davvero fra le mura della struttura che li ospita.
Itinerari antropologici di grande interesse culturale sono in gran parte già fruibili nella regione iblea e introducono il visitatore a una lettura del territorio nella sua integrità: botteghe artigiane perfettamente corredate nel museo "Serafino Amabile Guastella" a Modica, una vera dimora contadina a Palazzolo Acreide, la Casa Museo "Antonino Uccello", che, nelle intenzioni del suo fondatore, dovrebbe cambiare aspetto a secondo delle stagioni, un frantoio per l´olio, un palmento per il vino e una macina per il grano nei "Luoghi del lavoro contadino" di Buscemi.
In quest´ultimo museo, si può anche valutare il contrasto fra la casa del massaro che a noi appare primitiva, ma godeva in realtà di relativa agiatezza, e il tugurio del bracciante che lavorava a giornata (jurnataio), dove una famiglia di sei o sette persone doveva stringersi, insieme con le bestie, in spazi ristrettissimi.
Ciò che rende davvero straordinario l´itinerario di questo paese-museo, è il fatto che queste strutture erano ancora in uso, precisamente in questi posti, fino a qualche decennio fa. Ancora più specifico l´oggetto delle esposizioni negli altri centri iblei: l´opera dei pupi a Sortino, l´olio, il ricamo e lo sfilato a Chiaramonte Gulfi, l´emigrazione e la tessitura popolare a Canicattini Bagni, mentre la collezione personale di Nino Bruno, esposta nella sua villa-museo presso Floridia, offre anche saggi della creatività di questo originale artista.
Moltissime persone, attribuendo un significato molto ristretto alla parola "cultura", pensano che essa debba o possa riferirsi solo al retaggio artistico e letterario di un popolo o a istituzioni ed attività organizzate (Università, biblioteche, musei, concerti, mostre).
Particolarmente per le generazioni più giovani, esclusivamente nutricate a base di merendine confezionate e pubblicità televisiva, la visita dei musei della civiltà contadina dovrebbe essere considerata altrettanto importante di quella ad un museo archeologico o ad una pinacoteca.
Il volume di Pennino e Acquaviva costituisce una fonte davvero fondamentale per gli studi sul ciclo del grano, un tempo così fondamentale per la Sicilia, definita un tempo "granaio di Roma", ed è corredato da ottime schede didattiche: uno strumento prezioso affinché tutti, e in particolare insegnanti e alunni, possano accostarsi a un mondo in gran parte ormai scomparso.
MARCELLA CROCE
24 marzo 2007, LA REPUBBLICA, PALERMO
IL CONSORZIO DEI MUSEI CONTADINI
In Sicilia l´esagerazione è d´obbligo. Eccessiva la proporzione dei templi greci, eccessivo l´oro dei mosaici, eccessivo il barocco che un po´ dappertutto, prepotente e delicato al tempo stesso, si insinua fra le catapecchie dei centri storici. Ma, proprio accanto al fasto e alla smodatezza, convisse per secoli anche una società improntata a grande, forse anch´essa eccessiva, frugalità. Alla società contadina, sono ispirati decine di musei sparsi per tutta l´Isola; nove di essi qualche anno fa hanno deciso di unirsi in un consorzio che è stato formalizzato nel 2005 e che adesso comprende anche otto comuni delle province di Siracusa e Ragusa, sette associazioni culturali e due Gal (Gruppi Azione Locale), Val D´Anapo e Co. P. A. I.
Alla società contadina, proprio in questa zona, si appassionò per la sua intera vita un antropologo che a quel mondo apparteneva, Antonino Uccello.
In questo intenso programma di protezione delle tradizioni popolari, si inserisce, con il patrocinio della Regione Siciliana, il progetto "Il Museo è scuola", con la nuova serie degli "Itinerari didattici nei musei etnografici Iblei", il primo dei quali, il "Ciclo del grano", già pubblicato, è stato presentato al Museo Internazionale delle Marionette di Palermo. Il volume è stato curato da Gaetano Pennino e Rosario Acquaviva, che sono già al lavoro con il successivo "Ciclo dell´olio", che sarà presto possibile aggiungere al medesimo fascicolo.
I tetti sono sfondati e i rovi hanno invaso i bagli un tempo affollati di gente e di animali al lavoro, e noi assistiamo impassibili a questa tragedia che, reputiamo inevitabile. Ci siamo così tutti assuefatti al crollo di una civiltà che è poi anche il crollo di una cultura: eppure le numerose masserie oggi trasformate in agriturismi la domenica sono gremite di cittadini che evidentemente desiderano, comodamente seduti a tavola, gustare le gioie della campagna. Tanto cittadini da non chiedersi neppure se quei bagli avessero mai avuto altro uso che quello di posteggio per le loro vetture e che pochissimo conoscono sull´uso degli strani strumenti arrugginiti che agonizzano appesi sui muri, tanto estranei essi ormai sono a ciò che accadeva davvero fra le mura della struttura che li ospita.
Itinerari antropologici di grande interesse culturale sono in gran parte già fruibili nella regione iblea e introducono il visitatore a una lettura del territorio nella sua integrità: botteghe artigiane perfettamente corredate nel museo "Serafino Amabile Guastella" a Modica, una vera dimora contadina a Palazzolo Acreide, la Casa Museo "Antonino Uccello", che, nelle intenzioni del suo fondatore, dovrebbe cambiare aspetto a secondo delle stagioni, un frantoio per l´olio, un palmento per il vino e una macina per il grano nei "Luoghi del lavoro contadino" di Buscemi.
In quest´ultimo museo, si può anche valutare il contrasto fra la casa del massaro che a noi appare primitiva, ma godeva in realtà di relativa agiatezza, e il tugurio del bracciante che lavorava a giornata (jurnataio), dove una famiglia di sei o sette persone doveva stringersi, insieme con le bestie, in spazi ristrettissimi.
Ciò che rende davvero straordinario l´itinerario di questo paese-museo, è il fatto che queste strutture erano ancora in uso, precisamente in questi posti, fino a qualche decennio fa. Ancora più specifico l´oggetto delle esposizioni negli altri centri iblei: l´opera dei pupi a Sortino, l´olio, il ricamo e lo sfilato a Chiaramonte Gulfi, l´emigrazione e la tessitura popolare a Canicattini Bagni, mentre la collezione personale di Nino Bruno, esposta nella sua villa-museo presso Floridia, offre anche saggi della creatività di questo originale artista.
Moltissime persone, attribuendo un significato molto ristretto alla parola "cultura", pensano che essa debba o possa riferirsi solo al retaggio artistico e letterario di un popolo o a istituzioni ed attività organizzate (Università, biblioteche, musei, concerti, mostre).
Particolarmente per le generazioni più giovani, esclusivamente nutricate a base di merendine confezionate e pubblicità televisiva, la visita dei musei della civiltà contadina dovrebbe essere considerata altrettanto importante di quella ad un museo archeologico o ad una pinacoteca.
Il volume di Pennino e Acquaviva costituisce una fonte davvero fondamentale per gli studi sul ciclo del grano, un tempo così fondamentale per la Sicilia, definita un tempo "granaio di Roma", ed è corredato da ottime schede didattiche: uno strumento prezioso affinché tutti, e in particolare insegnanti e alunni, possano accostarsi a un mondo in gran parte ormai scomparso.