giovedì 15 maggio 2008

Jean-Pierre Vernant

Liberazione, 11/01/2007
Aveva 93 anni. Filosofo e storico, è stato tra i più grandi, ma discreti, studiosi della cultura greca del nostro tempo.
Nei suoi numerosi libri ha mostrato la relazione tra politica, pensiero, religione e mitologia. E' stato allievo di Louis Gernet
E' morto Jean-Pierre Vernant. Ha portato l'antica Grecia nel '900

Paolo Scarpi
Ho conosciuto Jean-Pierre Vernant di persona in tempi non lontani, nel corso di un convegno organizzato dall'Università di Rennes, nel novembre 2001, dedicato a un tema che aveva in lui una sorta di principio evocatore: Nommer les dieux , dare un nome agli dèi, dove gli dèi sono(erano), evidentemente, creature della rappresentazione umana.
La sua presenza era aleggiata discreta, come discreta, nel senso della signorile discrezione, era stata la sua produzione culturale: nonostante io fossi uno degli ospiti, solo l'ultimo giorno - forse per colpa della mia distrazione - scoprii che l'anziano signore dai modi gentili, con il quale avevo amabilmente conversato più volte e che dall'inizio alla fine aveva ascoltato tutte le relazioni, nel momento in cui si accingeva per la prima volta a parlare per trarre le conclusioni del colloquio, scoprii che quel gentile signore era Jean Pierre Vernant, sui cui scritti mi ero formato quando ancora ero uno studente universitario.
Nato a Provins, nei pressi di Parigi, il 4 gennaio 1914, Jean Pierre Vernant aveva studiato nei licei parigini di Carnot e Louis-le-Grand, per poi completare gli studi universitari alla Sorbonne, dove conseguì la laurea nel 1937. Gli anni della sua formazione sono significativi e ricchi di stimoli perché sono il frutto della grande stagione che all'inizio del secolo scorso aveva visto attive in Francia figure di spicco come Marcel Mauss, Marcel Granet, Henri Lévy-Bruhl, che aveva visto nascere le "Annales" di Marc Bloch, Lucien Febvre e poi di Fernand Braudel; e, soprattutto per Vernant e per le indagine sull'antica Grecia, aveva visto affermarsi Louis Gernet del quale era uscito nel 1932, in collaborazione con André Boulanger, Le génie grec dans la religion .
Di Louis Gernet, Vernant è in questo senso l'erede e il continuatore, anche nell'impegno civile, perché con lui condivise non solo l'amore disincantato per l'antica Grecia e la riflessione sulla formazione del pensiero greco, ma pure l'impegno per una società diversa, l'antinazismo - durante la Resistenza Vernant ebbe un ruolo di rilievo nel movimento di liberazione - e la forte opposizione alla guerra d'Algeria, a cui si deve aggiungere la dichiarata opposizione di Vernant anche alla guerra d'Indocina. Nel dopoguerra aderì al partito comunista francese (Pcf), per uscirne in seguito alla "primavera di Praga". Ricercatore presso il CNRS (il
Consiglio nazionale della ricerca scientifica in Francia), nel 1957 diventa direttore di studi all'École Pratique des Hautes Études, dove rimane sino al 1975, quando passa al Collége de France, dove ricopre sino al 1984 la cattedra di Studi comparati sulle religioni antiche e a cui
affianca la fondazione, nel 1964, e la direzione, sino al 1985, del Centro di ricerche comparate sulle società antiche.
Prendono forma in questo periodo i suoi studi più significativi sul pensiero mitico greco, dove è possibile riconoscere il continuo dialogo intellettuale che anima i pensatori francesi tra gli anni '60 e '70 del secolo scorso e dove il dibattito sul discorso mitico è indubbiamente dominato dalla figura imponente di Cl. Levi-Strauss. E' senza dubbio Mito e pensiero presso i Greci: saggi di psicologia storica (1965, trad. it. Einaudi) il contributo che più ha mutato l'approccio nei confronti del pensiero mitico antico, ma che è stato preceduto da un piccolo libro del 1962 (trad. it. Editori Riuniti), Le origini del pensiero greco .
La decostruzione del discorso mitico, per individuarne i meccanismi e le funzioni, continua con due opere condotte in collaborazione con Pierre Vidal-Naquet, Mito e tragedia nell'antica Grecia, 1 e 2 (trad. it. Einaudi), dove il trasferimento del mito sulla scena è esaminato attraverso le funzioni che esso esercitava nei confronti dei cittadini della città greca. L'indagine sul mito continua con Marcel Detienne in Le astuzie dell'intelligenza nell'antica Grecia (trad. it. Laterza), in cui la storia viene ricostruita attraverso la decostruzione e destrutturazione del mito stesso. Sempre insieme con Pierre Vidal-Naquet pubblicherà nel 1974 Mito e società nella Grecia antica , dove spicca, e in quegli anni godette di rilevante successo, un breve saggio intitolato, La lotta delle classi . Mito e religione greca (1990; trad. it. Raffaello Cortina), rappresentano la sintesi finale del pensiero di Vernant, di una grecità che appare attraverso i suoi scritti, nuda e senza miracolo, anche se dinamica e intellettualmente fertile, decisamente creatrice. Con Jean Pierre Vernant, spentosi a 93 anni nella sua casa di Sèvres (Hauts-de-Seine), si chiude indubbiamente la grande stagione della rivisitazione disincantata dell'antica Grecia.


11/01/2007