La Befana dello scrutatore
Da “Il Male”, 20 giugno 1979, pagina 6
All’apertura delle urne, nei seggi c’era un’atmosfera di
tiepida e gioiosa attesa.
Si era capito da mille segni, che l’area creativa si era
scatenata, si erano visti elettori entrare nella cabina con grossi involucri e
uscirne con l’aria furbetta e il sorriso sulle labbra e che, mentre
consegnavano la scheda al presidente del seggio, ammiccavano compiacenti quasi
a voler dire: “vedrai che sorpresa”.
In questa atmosfera festosa si dava inizio allo spoglio
delle schede. Le gags più divertenti, le frasi più spiritose, i disegni sconci
giravano di mano in mano e venivano commentati da tutti i presenti. Quando poi
dalla scheda. usciva una fetta di salame o di mortadella era una festa; si
assaggiava, si commentava, si facevano confronti. Ogni tanto, è vero, dall’urna
usciva qualche scheda con il vecchio voto tradizionale e magari anche con le
preferenze, che faceva spegnere i
sorrisi. Ma subito dopo, ecco comparire un “Viva Bartali”. 1’atmosfera
si ravvivava e il voto veniva attribuito al PRI, che aveva provveduto a far circolare le foto di Biasini in
bicicletta.
Ma questo happening, non deve farci dimenticare i problemi
che si sono verificati e che si verificheranno in misura ancora maggiore, se è
vero — come ormai sembra appurato
— che alle prossime elezioni ad ogni elettore verrà
consegnata una scheda completamente bianca e delle matite colorate in modo da
permettergli di esprimere la propria creatività. (l’esperimento è già stato
tentato a Reggio Calabria dove sono state distribuite matite rosse e bleu).
Se è vero infatti che alcuni epiteti scritti sulle schede
non lasciano dubbi sulle intenzioni dell’elettore nessuno ha avuto e nessuno ha
avuto da ridire che i 22.384 «stronzi » fossero attribuiti
alla DC, non ci sembra giusto che tutti i «LADRI, ubriaconi, galeotti ; mariuoli,
scassinatori, rubagalline, lesti di mano » siano andati ad incrementare il
monte voti del PSDI. Bene hanno fatto i socialisti a non accontentarsi dei loro
indiscutibili “maiali, venduti, terroni” e a chiedere che almeno “ladri”
venisse equamente diviso tra tutti i partiti.
Anche in questo caso si sono distinti comunisti e i
democristiani che si sono scannati per l’attribuzione dei circa 57.765
«gesuiti, preti, servi del Vaticano ».
Alle prossime elezioni gli elettori cerchino di essere più
chiari! Non facciamo la solita figura di merda con i partners europei.
Da “Il Male”, 20 giugno 1979, pagina 6