Il Sole 24 Ore, 30 maggio 2008
In un papiro l'educazione sentimentale al tempo dei greci
di Aristide Malnati
Un esteso frammento di papiro, pubblicato recentemente nella prestigiosa collana dei Papiri di Ossirinco (volume LXX, numero 4762), a cura dell'Università di Oxford, rivela nuovi, preziosi elementi del romanzo greco; e dunque in buona sostanza ci riconduce ai prodromi di un genere letterario, che ha avuto una straordinaria fortuna nella letteratura mondiale moderna e contemporanea. Il nuovo frammento, databile grazie all'analisi della grafia al III secolo d. C., è parte di una copia di un romanzo più antico, di un'opera redatta da un ignoto autore verosimilmente un secolo prima, visti i modelli letterari, a cui mostra di ispirarsi. Nella sezione conservata la protagonista è una giovane fanciulla alle prime esperienze erotiche, desiderosa di ricevere in materia preziosi consigli, indispensabili per il successo della relazione, a cui la ragazza aspira. Questo è un "tòpos" letterario, un clichet tipico della letteratura erotica romanzata, che inizia con il romanzo di Nino (II sec. a. C.), ambientato nelle lussuriose corti persiane, e che ha una sorta di "akmé", di esplosione, con le storie d'amore, scaturite dalla fantasia immaginifica di Caritone, vero e proprio fondatore del romanzo come genere della letteratura greca.
La variazione presente in questo nuovo frustolo papiraceo è l'interlocutore della ragazza: un aitante asino, a dimostrazione di una scelta audace, ma perfettamente consentanea alla sensibilità degli antichi (si pensi alla novellistica di Esopo e Fedro), per i quali gli animali erano depositari di saggezza e di ricchezza di sentimenti. L'asino nel nostro caso appare saggio suggeritore di comportamenti da adottare, ma anche ardito partner della giovane protagonista, che a lui si concede con evidenza di situazioni di erotismo grottesco: fin dall'inizio la ragazza si mosrra "infuocata" e da subito si assiste a un crescendo di una relazione esplicitamente raccontata, certamente conclusa con preziosi consigli amorosi, a tutti i livelli, garanzia di successo con il giovane, che lei ama. Il testo in questione, e in genere il romanzo d'amore tardoantico e bizantino, traggono parecchi spunti e quasi saccheggiano la letteratura classica e in particolare la lirica arcaica: l'idea di un'educazione sentimentale propedeutica a una corretta vita matrimoniale era elemento fondante della pedagogia delle "pòleis" grecoantiche; a partire da Mitilene, sull'isola di Lesbo, dove circoli di educazione sessuale (famoso è il "thìaso" di Saffo) si occupavano di formare le giovani fanciulle per farle diventare spose perfette.
Nel caso del romanzo, in parte conservato dal papiro ossirinchita, si possono riscontrare anche fonti contemporanee al suo ignoto autore; sicuramente Apuleio ("L'asino d'oro") e Luciano di Samosata ("Lucio e l'asino"), prolifici e dissacranti figure letterarie del periodo della seconda sofistica (metà II secolo d. C.), quando venne promossa la riscoperta e anche un po' la parodia dei periodi classico ed ellenistico, di secoli precedenti. In particolare Luciano rivalutò la figura del filosofo cinico, critico e derisorio verso i miti, a suo dire illusori, dei suoi contemporanei, e in aperta polemica con le nuove fedi (per lui "superstizioni irrazionali"), importate dall'Oriente e destinate di lì a poco ad imporsi. E i romanzieri furono qua e là influenzati da una simile congerie di elementi eterogenei, a cui cercarono di conferire fusione armoniosa nelle loro opere: spesso avendo successo, come mostra il nuovo papiro, che trovò il gradimento dei lettori un secolo dopo la stesura dell'opera originale.
In un papiro l'educazione sentimentale al tempo dei greci
di Aristide Malnati
Un esteso frammento di papiro, pubblicato recentemente nella prestigiosa collana dei Papiri di Ossirinco (volume LXX, numero 4762), a cura dell'Università di Oxford, rivela nuovi, preziosi elementi del romanzo greco; e dunque in buona sostanza ci riconduce ai prodromi di un genere letterario, che ha avuto una straordinaria fortuna nella letteratura mondiale moderna e contemporanea. Il nuovo frammento, databile grazie all'analisi della grafia al III secolo d. C., è parte di una copia di un romanzo più antico, di un'opera redatta da un ignoto autore verosimilmente un secolo prima, visti i modelli letterari, a cui mostra di ispirarsi. Nella sezione conservata la protagonista è una giovane fanciulla alle prime esperienze erotiche, desiderosa di ricevere in materia preziosi consigli, indispensabili per il successo della relazione, a cui la ragazza aspira. Questo è un "tòpos" letterario, un clichet tipico della letteratura erotica romanzata, che inizia con il romanzo di Nino (II sec. a. C.), ambientato nelle lussuriose corti persiane, e che ha una sorta di "akmé", di esplosione, con le storie d'amore, scaturite dalla fantasia immaginifica di Caritone, vero e proprio fondatore del romanzo come genere della letteratura greca.
La variazione presente in questo nuovo frustolo papiraceo è l'interlocutore della ragazza: un aitante asino, a dimostrazione di una scelta audace, ma perfettamente consentanea alla sensibilità degli antichi (si pensi alla novellistica di Esopo e Fedro), per i quali gli animali erano depositari di saggezza e di ricchezza di sentimenti. L'asino nel nostro caso appare saggio suggeritore di comportamenti da adottare, ma anche ardito partner della giovane protagonista, che a lui si concede con evidenza di situazioni di erotismo grottesco: fin dall'inizio la ragazza si mosrra "infuocata" e da subito si assiste a un crescendo di una relazione esplicitamente raccontata, certamente conclusa con preziosi consigli amorosi, a tutti i livelli, garanzia di successo con il giovane, che lei ama. Il testo in questione, e in genere il romanzo d'amore tardoantico e bizantino, traggono parecchi spunti e quasi saccheggiano la letteratura classica e in particolare la lirica arcaica: l'idea di un'educazione sentimentale propedeutica a una corretta vita matrimoniale era elemento fondante della pedagogia delle "pòleis" grecoantiche; a partire da Mitilene, sull'isola di Lesbo, dove circoli di educazione sessuale (famoso è il "thìaso" di Saffo) si occupavano di formare le giovani fanciulle per farle diventare spose perfette.
Nel caso del romanzo, in parte conservato dal papiro ossirinchita, si possono riscontrare anche fonti contemporanee al suo ignoto autore; sicuramente Apuleio ("L'asino d'oro") e Luciano di Samosata ("Lucio e l'asino"), prolifici e dissacranti figure letterarie del periodo della seconda sofistica (metà II secolo d. C.), quando venne promossa la riscoperta e anche un po' la parodia dei periodi classico ed ellenistico, di secoli precedenti. In particolare Luciano rivalutò la figura del filosofo cinico, critico e derisorio verso i miti, a suo dire illusori, dei suoi contemporanei, e in aperta polemica con le nuove fedi (per lui "superstizioni irrazionali"), importate dall'Oriente e destinate di lì a poco ad imporsi. E i romanzieri furono qua e là influenzati da una simile congerie di elementi eterogenei, a cui cercarono di conferire fusione armoniosa nelle loro opere: spesso avendo successo, come mostra il nuovo papiro, che trovò il gradimento dei lettori un secolo dopo la stesura dell'opera originale.