Canzone di un Iperboreo.
Vengo da una terra nell'abbagliante profondità del sole,
dove crescono giardini d'oro;
dove i venti del nord, calmati nel sonno,
non soffiano mai nei loro conchiglie.
Siamo così vicini alla traccia delle stelle,
che spesso, sui pallidi raggi della notte,
i lontani suoni della loro armonia
ci giungono alle orecchie, come sogni.
Anche la Luna porta il suo mondo così vicino,
che quando il vegliardo notturno guarda
quell'astro senza ombra, in un cielo primaverile,
può contare le sue colline e i suoi ruscelli.
Al dio del sole appartengono tutti i nostri cuori e liuti,
di giorno, di notte;
e il respiro che traiamo dai suoi fuochi vivi,
glielo restituiamo in canto.
Da noi discende la vergine che porta
ai regali divini di Delo;
e le nostre api selvatiche prestano le loro ali arcobaleno
per risplendere sul santuario di Delfi.
Thomas Moore.