Ugo Volli
Contro la Moda
Feltrinelli, 1988
Dalla quarta di copertina:
Viviamo circondati dalla Moda. Gli abiti sono Moda, naturalmente. Ma anche film, automobili, cibi, giornali, luoghi, politiche, pensieri sono oggi inesorabilmente soggetti alla legge della Moda, l’oscillazione obbligatoria del gusto collettivo.
Non tutto è Moda, senza dubbio. Ma non si può negare che la nostra società sia dominata dalle sue forme e dai suoi ritmi, al punto che oggi l’ipersviluppo della società dei consumi ha portato a una Forma Moda della cultura occidentale. E nel frattempo però la Moda vera, quella dei grandi creatori del passato, sembra dissolversi in un confuso mercato di immagini, dove quello che conta è il look, la simulazione esplicita dell’originalità.
Quali sono le leggi della nascita e della diffusione delle mode nella nostra cultura? Chi comanda le mode? E possibile sfuggirvi? Sopravviveranno al loro successo gli stilisti trionfanti? Quali sono gli svantaggi di una situazione in cui tutti sono obbligatoriamente felici? Contro la Moda parla di questo, del grande obbligo di piacere che ci controlla, del meccanismo in cui siamo sedotti e costretti assieme. Con lo sguardo minuzioso del semiologo, ma anche con la rabbia polemica del moralista. Perché in definitiva il potere della Moda non sta nel sistema economico o nelle strutture di potere del consumismo: prima di tutto dobbiamo cercarla dentro di noi, nel nostro modo di guardare il mondo. E dunque è arrivato il momento di preoccuparsi per l’inquinamento simbolico come per quello dell’ambiente fisico, e di progettare un’ecologia dei segni, come risposta necessaria al consumo di senso che la Moda ci impone.