Corriere della Sera 2.10.08
Archeologia. Waldemar Deonna
Quando il triangolo non è solo un simbolo
di Armando Torno
La Nike di Paionios, conservata al Museo di Olimpia, è il punto di partenza di Waldemar Deonna (1880-1959) per riflettere su una delle figure enigmatiche della storia e cariche di simbologia: il triangolo sacro. Più che un saggio questo libro è una dotta odissea tra iconologie fiorite in tempi e luoghi diversi, legate tra loro da un segno che si ritrova sui frontoni dei templi greci, nell'Italia etrusca e romana, nei culti pagani e anche in quelle culture lontane dal Mediterraneo. Ma esso è presente anche nell'architettura moderna, nell'iconografia vegetale e animale, negli utensili, perfino nelle armi. Marco Bussagli nella prefazione ricorda che le domande di Deonna «sono da antropologo nel senso più ampio del termine».
Pagine dense (metà libro è costituito da note), ricche di intuizioni e di intrecci tra civiltà e tendenze, nelle quali il lettore pensa in un primo momento di perdersi. Ben presto, tuttavia, si accorge di essere coinvolto; in ogni percorso di Deonna c'è materia per stupirsi, come quando l'autore analizza la forma del triangolo e ricorda che questa figura geometrica può essere unica e multipla, che molti simboli si associano ad essa e che le religioni non riescono a liberarsi dalla sua forza. Figura sacra già nel mondo punico, Freud la sessualizza e ricorre ad essa per spiegare i culti contemporanei che passano attraverso la materialità del corpo. Del resto, il triangolo è in noi. O meglio, fa parte dell'anima.
WALDEMAR DEONNA Il triangolo sacro MEDUSA PP. 192, e 18,50
Archeologia. Waldemar Deonna
Quando il triangolo non è solo un simbolo
di Armando Torno
La Nike di Paionios, conservata al Museo di Olimpia, è il punto di partenza di Waldemar Deonna (1880-1959) per riflettere su una delle figure enigmatiche della storia e cariche di simbologia: il triangolo sacro. Più che un saggio questo libro è una dotta odissea tra iconologie fiorite in tempi e luoghi diversi, legate tra loro da un segno che si ritrova sui frontoni dei templi greci, nell'Italia etrusca e romana, nei culti pagani e anche in quelle culture lontane dal Mediterraneo. Ma esso è presente anche nell'architettura moderna, nell'iconografia vegetale e animale, negli utensili, perfino nelle armi. Marco Bussagli nella prefazione ricorda che le domande di Deonna «sono da antropologo nel senso più ampio del termine».
Pagine dense (metà libro è costituito da note), ricche di intuizioni e di intrecci tra civiltà e tendenze, nelle quali il lettore pensa in un primo momento di perdersi. Ben presto, tuttavia, si accorge di essere coinvolto; in ogni percorso di Deonna c'è materia per stupirsi, come quando l'autore analizza la forma del triangolo e ricorda che questa figura geometrica può essere unica e multipla, che molti simboli si associano ad essa e che le religioni non riescono a liberarsi dalla sua forza. Figura sacra già nel mondo punico, Freud la sessualizza e ricorre ad essa per spiegare i culti contemporanei che passano attraverso la materialità del corpo. Del resto, il triangolo è in noi. O meglio, fa parte dell'anima.
WALDEMAR DEONNA Il triangolo sacro MEDUSA PP. 192, e 18,50